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Cronaca

Michela Lucarda da Sottoripa: "Così mi difendo dai ratti che entrano in negozio". La donna ha anche due antifurti contro le rapine assai originali, "un fischietto che tengo al collo e un bastone di legno che custodisco dietro il bancone"
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di Michele Varì
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GENOVA -Un pannello a sbarrare l'ingresso ai topi vaganti, un fischietto appeso al collo e un bastone di legno dietro il bancone come antifurto. Raccontata così fa quasi ridere. Ma invece è una cosa seria: perché non si può dire che fare la negoziante nel centro storico di Genova sia rilassante come suggerirebbe la bellezza incomparabile della città vecchia.



Lo ammette con un sorriso Michela Lucarda, titolare di una di una bottega storica di oltre 100 anni specializzata nella vendita di magliette marinare a strisce orizzontali alla Braccio di Ferro. Alla porta, a mo' di barriere anti alluvione, lei ha sistemato un pannello alto almeno venti centimetri per impedire ai topi che vagano in zona di infilarsi nel negozio, "un anno fa me ne era entrato uno bello grosso tanto che lo avevo scambiato per un bassotto, da allora, visto che da queste parti di topi ce ne sono sempre, l'ultimo grande come un gatto lo abbiamo visto la settimana scorsa, ho pensato di adottare questo stratagemma" svela.

Belli, bellissimi, i vicoli, ripete senza stancarsi poi la donna, che però vive a Castelletto, "ma i mie due figli abitano nei carruggi" precisa quasi a giustificarsi.

Aldilà di tutto a Sottoripa, cuore del centro storico, non deve essere facile vivere e lavorare: lì gli spacciatori non mancano mai, come gli sbandati e i tossicodipendenti. "I controlli delle forze ci sono" garantisce la donna, che però chiude alle otto di sera e non vive i rischi "al quadrato" della città vecchia e dell'angiporto di notte. Quando la poesia lascia il posto alla paura, a volte all'angoscia di vedersi accerchiato da spacciatori che ti offrono di tutto, e quando succede si può stare tranquilli che di divise in giro neanche l'ombra.

I sorrisi della signora Michela disarmano e disinnescano ogni ansia anche quando lei mostra i due antifurti personalizzati: "Un fischietto appeso al collo che posso usare in caso di aggressioni e un bastone di legno, che è poi uno storditore per tonni, che conservo al fianco del banco".

La bottegaia ammette di non avere mai usato i due antifurti e nei quarant'anni di lavoro lì di non avere mai neppure subito rapine, "io però non faccio testo perchè ho un buon rapporto con tutti" e aggiunge: "Però di furti nei ho subiti e di aggressioni ne ho visti tante...".

Innamorata dei carruggi la sorridente signora Michele alla fine ci tiene a condurci a fare vedere il vicolo stretto stretto al fianco del negozio, vico San Raffaele, "tutti i turisti si fermano a fotografarlo e ci ha fatto le foto pure una coppia di sposi" racconta con un entusiasmo contagioso neanche fosse una piazzista che deve vendere un prodotto, una venditrice che a ben pensarci avrebbe il profilo ideale per l'azienda di promozione turistica di Genova, perché disinteressata e mossa solo dal suo folle amore per la città vecchia, tanto che da perdonarle e tollerare tutto: tranne i topi, s'intende.

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