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Cronaca

La sentenza della corte d'assise di appello sui fratelli accusati di avere ucciso il papà Pasquale. Indignate le due sorelle della vittima che hanno gridato ai nipoti, "auguri..."
1 minuto e 35 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - Assolto Simone e pena di 21 anni confermata per Alessio Scalamandrè, i due fratelli accusati dell'omicidio del padre Pasquale.

Lo ha deciso questa sera la corte d'assise di appello presieduta dal giudice Annaleila Dello Preite. In primo grado Simone erra stato condannato a 14 anni.

L'omicidio avvenne la sera del 10 agosto del 2020 nell'appartamento della famiglia in via San Biagio, in Valpolcevera. Alla sentenza hanno assistito anche i familiari della vittima, due sorelle e alcuni nipoti, che quando hanno appreso dell'assoluzione di Simone hanno gridato all'indirizzo dello stesso, "auguri" e poi "vergogna". Quindi i familiari si sono allontanati indignati dal tribunale.

A presentare ricorso erano stati gli avvocati difensori dei due fratelli, Luca Rinaldi e Andrea Guido per Alessio, e Nadia Calafato per Simone. I legali hanno detto che i due ragazzi erano esasperati per le ripetute minacce dell'uomo nei confronti della madre, Laura Santo. Alessio si era anche rivolto al centro antiviolenza chiedendo aiuto alla psicologa.

Più precisamente Alessio Scalamandrè, a dire del suo difensore, non era in grado di intendere e di volere quando colpì suo padre a morte mentre suo fratello Simone invece avrebbe partecipato all'omicidio solo in minima parte.

Ricorso dopo la sentenza di primo grado era stato presentato anche dal pm Cardona Albini che aveva chiesto la condanna a 22 anni per Alessio e 21 per Simone. Il procuratore aveva chiesto che per Simone venisse esclusa l'attenuante del contributo della "minima importanza" nell'esecuzione del reato, che ha portato alla riduzione della pena.

Nel ricorso da cento pagine, gli avvocati Rinaldi e Guido hanno spiegato che Alessio aveva colpito il padre per legittima difesa, circostanza non riconosciuta in primo grado, e inoltre non ci sarebbe stato accanimento.

L'avvocato della famiglia della vittima, Irene Rebora, ha detto che presenterà ricorso in Cassazione: "A nostro avviso i due fratelli hanno ucciso il padre insieme e per questo devono essere condannati entrambi alla pena che meritano per un omicidio".

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