Omicidio Scalamandrè, parlano le sorelle di Pasquale: "Non era un violento, è tutto falso"

×

GENOVA-"Tutto quello che è stato detto della signora Laura sono menzogne, non è vero niente" Sono le parole di una delle due sorelle di Pasquale Scalamandrè, ucciso dai due figli che settimana scorsa sono stati condannati a 21 e 14 anni di carcere.

Non era un violento dicono le sorelle, che hanno voluto ribattere alla moglie di Pasquale che lo accusava di essere possessivo e aggressivo.  Lei stessa durante un'esclusiva a Primocanale aveva raccontato che Pasquale "rendeva la vita impossibile, era ossessivo e mi minacciava di morte più volte. Ha fatto di tutto tranne che il padre".

Omicidio Scalamandré, la madre: "Ci rendeva la vita impossibile"-L'INTERVISTA

 "Non era violento, se fosse stato vero perchè nessuno non ci ha mai detto niente? Non ci credo, mio fratello non era violento - racconta Annamaria, una delle due sorelle -. Lui amava sua moglie e i suoi figli. Quando ha saputo della denuncia è rimasto scioccato, specialmente dal modo in cui è stata fatta. Si chiedeva il perchè visto che erano tutte falsità."

Genova, "Alessio e Simone hanno massacrato il padre senza pietà"-LA STORIA

Anche secondo Rosalba Pasquale Scalamandrè amava i suoi figli e anche sua moglie, Laura si è inventata tutto e la denuncia è stata l'inizio della fine: "Allora lui cercava di far ritrattare al figlio Alessio questa denuncia, falsa. Ha cercato più volte anche la moglie per chiederle di ripensarci, l'ha "toccava" soltanto due volte. Non eravamo in quella casa, è vero, ma lui era sempre a lavorare, non era mai a casa. Lei diceva che lui era molto geloso e la teneva segregata in casa ma anche questo non è vero: lei è dal 1994 che lavorava, aveva la patente, era sempre in giro."

Per le sorelle Pasquale era un buon padre, un buon uomo, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per i suoi figli: "Li accontentava in tutto. Poi c'è stato l'episodio, per farvi capire quanto mio fratello amasse i suoi figli, in cui è stato diagnosticato ad Alessio, quando aveva 10 anni, un angioma alla gamba. Mio fratello dopo tanti anni di sacrifici e di visite all'ospedale ha avuto la notizia che c'era uno specialista a Parigi che avrebbe potuto curarlo. Lui ha fatto qualsiasi cosa per salvare il figlio."

"Dopo la denuncia era una persona ormai distrutta. Era depresso, aveva anche perso 30 chili quindi era molto magro. Il problema di questi due figli, che poi li ha portati ad uccidere il padre, è che non sono stati responsabilizzati fin da piccoli ai sacrifici della vita, la moglie li ha tirati su, crescendo hanno avuto tutto quello che volevano e nessuno gli ha mai detto di no. Erano viziati. Non possono dire che vivevano una vita di maltrattamenti".

Continua Annamaria.

Genova, uccisero il padre violento: condannati a 21 e 14 anni-LA CONDANNA

Il parricidio di Pasquale Scalamandrè, 62 anni, autista dei bus Amt appena andato in pensione e ucciso a botte e forse con un mattarello e una statuetta di marmo la sera del dieci agosto del 2020 continua a far parlare. Secondo gli avvocati, la decisione della Corte di Assisi di condannare Alessio, il fratello più grande, a 21 anni e Simone, il più piccolo, a 14 anni, non è abbastanza: "Non siamo assolutamente d'accordo con la pena scelta per Simone. Quattordici anni? Pochi, è poco perchè credono che lui abbia avuto meno a che fare nella pianificazione dell'omicidio, ma le prove mostrano chiaramente che entrambi i ragazzi hanno avuto lo stesso ruolo nell'uccisione del padre.

"Anche la storia del cane, il cane di Antonio era stato chiuso dai fratelli nella camera da letto ancora prima che Pasquale tornasse a casa con una ciotola di cibo e una per l'acqua. Ci sono tante prove in questo caso, ma la cosa più assurda è che i due ragazzi, che hanno massacrato con freddezza e lucidità il padre, vivono ancora nella casa dove il mio assistito è stato ucciso insieme alla madre."