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Cronaca

Eugenio sarà il primo a essere interrogato, la moglie Natalia la seconda. Dodicesimo il genovese Ardini, tredicesimo il conducente della Basko. Ultimo il senatore Maurizio Rossi
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di Michele Varì
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GENOVA - Dovrebbero essere i coniugi di Santa Maria Capua a Vetere, in provincia di Caserta, Eugenio Babin e Natalja Yelinia, (nella foto in basso) i primi sopravvissuti che domani, lunedì dodici dicembre saranno interrogati nell'avvio della fase istruttoria del processo Morandi per la tragedia del 14 agosto del 2018 costata la vita a 43 persone.

Primocanale da domani mattina, lunedì 12 alle 8, seguirà in diretta con collegamenti esterni dal Tribunale di Genova l'udienza e dallo studio con ospiti racconterà tutta la giornata. E martedì 13 alle ore 21 alcuni dei sopravvissuti e dei testimoni oculari saranno ospiti di Primocanale in diretta.

Eugenio Babin, moldavo, e l'allora fidanzata Natalja Yelinia dopo essere sopravvissuti alla caduta nel vuoto da oltre 50 metri a bordo della loro auto con cui erano diretti in Costa Azzurra, appena si sono rimessi dalle ferite riportate si sono sposati.

Dopo di loro davanti ai giudici nella lista di 176 testimoni ci sarà Ugo Davide Capello (nella foto a destra), il vigile del fuoco ex portiere del Cagliari originario di Nuoro residente a Savona: lui è uscito dal terribile "volo" dal ponte con un solo una forte contusione alla schiena. A salvarlo un cumulo di macerie che ha come protetto la sua vettura: Capello stava raggiungendo Genova per fare la tessera del tifoso per vedere allo stadio le partite del Genoa.

Il quarto ad essere interrogato dovrebbe essere Daniele Dubbini, nato a Ravenna ma residente a Sarzana, che ha raccontato di essere salvo perchè quando si è trovato davanti il famoso furgone della Basko non l'ha superato, come aveva fatto invece la macchina gialla condotta da Henry Diaz, una delle vittime, il colombiano fratello maggiore di Emmanuel, uno dei familiari delle vittime che ha bloccato la sua vita per avere giustizia e seguire di persona ogni passo del processo sulla tragedia.

Il quinto e il sesto della lista dei sopravvissuti che compariranno davanti ai giudici la prossima settimana saranno due triestini: Rita Giancristofaro, agente immobiliare con la passione delle maratone, e il suo compagno Federico Cerne, fisioterapista dell'Alma Pallacanestro di Trieste. I due stavano andando a visitare l'Acquario.

Impossibile per ora ipotizzare quanti testimoni saranno interrogati ad ogni udienza.

Per trovare il primo genovese nella lista dei test bisogna andare al sopravvissuto numero 12 della lista dei testi convocati dalla procura: Gianluca Ardini (nella foto in alto), il tecnico di "Mondo Convenienza" rimasto appeso alcune ore nella cabina del furgone in cui ha perso la vita Luigi Matti Altadonna.
Curioso che Luigi Fiorillo, il fortunato conducente del furgone della Basko simbolo della tragedia che è riuscito a fermarsi ai margini del baratro, sia invece il teste 13, un numero per tanti portafortuna.

Importanti per il processo sarà la testimonianza di Ivan Bixio, teste numero 140, il colonnello della guardia di finanza che era alla guida del Primo gruppo Genova e ora comandante provinciale a Reggio Emilia: è lui che ha avuto l'onere e l'onore di dirigere le indagine sulla tragedia, di certo una delle inchieste più complicate della storia del nostro Paese.

L'ultimo che sarà ascoltato dai giudici della lunga lista dei testi sarà Maurizio Rossi, senatore della Repubblica eletto nel 2013 in Parlamento con Scelta Civica, editore di Primocanale, l'uomo che aveva predetto la tragedia denunciando la necessità di mettere in sicurezza di Ponte Morandi anni prima del crollo del 2018 con due interpellanze presentate nel 2015 e nel 2016 all'allora ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio, solleciti però caduti nel vuoto, rimasti colpevolmente inascoltati.

Anche per l'allora ministro però è arrivata l'ora della resa dei conti: dovrà infatti spiegare davanti ai giudici il perché di quel silenzio e perché nonostante i tanti allarmi, primo fra tutti quello lanciato da un senatore della Repubblica, nessuno ha mai chiuso il traffico sul Morandi: è Delrio infatti è il teste 173 del processo Morandi, prima di lui sarà interrogato un altro nome noto, Antonio Di Pietro, il magistrato di punta di Mani Pulite, anche lui in tribunale per il suo ruolo di Ministro dei Lavori Pubblici..

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