Testimonianze al via alle 10:25 di lunedì 12 dicembre al tribunale di Genova: a parlare, all'interno delle udienze per il crollo di ponte Morandi, sono i testimoni sopravvissuti.
Daniele Dubbini, musicista di Sarzana che rientrava a casa dopo un concerto a Cuneo. "Mi trovavo in marcia verso Livorno arrivando da Savona - racconta Dubbini -. Ero sul ponte dopo la curva, sono rimasto sulla destra perchè pioveva molto, andavo piano, forse ai 60km/h a bordo di una Opel Frontera verde... (ho avvertito lo ndr) sgretolarsi di un pilone, forse (era ndr) un tirante in diagonale, uno... sulla mia sinistra. Non ho realizzato (cosa era successo ndr), la visuale era ostruita da camion bianco.... L'autista del camion della Basko mi ha detto che il ponte era crollato. Mi sono fermato, tutti hanno rallentato in modo 'dolce'. L'autista della Basko è scappato e gridava che il ponte era crollato. A quel punto ho abbandonato la macchina e sono scappato nella galleria. Non ho avuto danni fisici ma la sera ho avuto un forte trauma con tachicardia, paura e poi ho avuto necessità di assistenza psicologica dal giorno seguente. Ci sono (traumi ndr) che mi porto ancora adesso: i viadotti e le gallerie li evito, a Genova sono sono mai più venuto in auto e in caso di guida sotto la pioggia inizio a non sentirmi al sicuro. Ho paura. Da quel giorno faccio molta fatica a muovermi".
L'avvocato Panariello delle aprti civili chiede a Dubbini se ha visto cadere il tirante in calcestruzzo. Dubbini risponde di "sì". L'avvocato difensore chiede: "Dopo quanto tempo ha visto il tirante sgretolarsi e dopo quanto tempo si è fermato? "Non ricordo, trenta secondi, forse ero già fermo" spiega Dubbini.