GENOVA -Entra sempre di più nel vivo il processo sulla tragedia del crollo del Ponte Morandi costato la vita a 43 persone e per cui ci sono alle sbarra 58 imputati fra cui i vertici di Autostrade per l'Italia: dopo l'audizione delle parti lese delle scorse settimane fra cui i sopravvissuti al disastro, l'attesa è per domani, martedì 20 dicembre, quando nell'aula ricavata nella tensostruttura del tribunale di Genova parleranno i due ispettori del Ministero dei Trasporti Gianluca Ievolella e Ivo Vanzi che racconteranno le risultanze della Commissione Ispettiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti istituita subito dopo il crollo del Morandi per far luce "sulle cause che hanno portato alla tragedia che ha colpito la città di Genova il 14 agosto 2018".
Rinviata invece l'audizione più importante del presidente della stessa commissione Alfredo Mortellaro che proprio per la grande rilevanza della sua deposizione sarà ascoltato nelle prime udienze del prossimo anno.
Gli 007 del Ministero dei Trasporti Ievolella, Vanzi e Mortellaro chiamati a parlare davanti ai giudici dai pm - anche se in tempi diversi - non potranno che riferire dei risultati di una commissione che si sono rivelati un atto di accusa nei confronti di Autostrade per l'Italia, ribadendo quanto sostenuto i pm Terrile e Cotugno: con un'adeguata manutenzione il Morandi non sarebbe caduto.
Meno interessante invece l'udienza di oggi - inizio alle ore 10 - in cui parleranno i medici legali che racconteranno nei dettagli le conseguenze riportate dalle parti lese: i pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno come a sottolineare i danni fisici e morali hanno chiesto di ascoltare i sanitari che li hanno certificati ossia Alessandro Bonsignore (presidente dell'Ordine dei medici di Genova), Armando Mannucci, Andrea Molinelli, Camilla Tettamanti, Luca Vallega, Francesco Ventura e il medico legale e psichiatra forense Gabriele Rocca.
Mercoledì, ultima udienza della settimana, invece davanti ai giudici Lepri, Baldini Polidori (nella foto) ci saranno le parti lese, sei o sette, che hanno chiesto per svariati motivi di posticipare la propria deposizione.
Fra queste non ci sarà però il camionista ceco Martin Kucera, uno dei sopravvissuti precipitati dal ponte, che al momento del crollo viaggiava dietro il camion che trasportava il rotolo di acciaio di tre tonnellate e mezzo che per Autostrade per l'Italia poteva essere causa della tragedia. L’autista ceco si era salvato nonostante un volo di 45 metri, cavandosela con quattro costole rotte e una frattura al setto nasale e sette giorni di ospedale. Per ascoltarlo il pubblico ministero Walter Cotugno aveva emesso una rogatoria internazionale ed era volato fino a Praga, dove ha sede la Sped.it, l’azienda di autotrasporti per cui il camionista lavora. Kucera aveva escluso di aver visto cadere il peso in acciaio.
Lo stesso titolare della Mcm di Alessandria, la ditta proprietaria del camion “incriminato” aveva riferito: “La bobina è rimasta sul semirimorchio, nel proprio alloggiamento. Lo si capisce da come si è deformata e dallo stato del mezzo”, aveva detto, subito dopo che l’ingegner Agostino Marioni aveva avanzato per primo ai pm l’ipotesi della caduta, ipotizzando un impatto dalla forza pari a “una cannonata”.
Il testimone Martin Kucera parlerà per ultimo perché vive all'estero ed è stato più complesso convocarlo.