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Cronaca

La partecipata manifestazione "abbassate le armi, alzate i salari" organizzata dal Collettivo autonomo dei lavoratori del porto rovinata dai blitz di anarchici e antagonisti contro le vetture delle forze di polizia, banche e commissariato di piazza Matteotti
4 minuti e 14 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - Una bellissima e partecipata manifestazione contro le armi macchiata dai blitz di violenti infiltrati nel corteo e capaci di vandalizzare auto della guardia di finanza, della polizia locale e vetrate della Bnl e del commissariato di polizia di piazza Matteotti.

Quanto si temeva alla vigilia purtroppo è avvenuto: i violenti con i visi coperti da passamontagna e sciarpe hanno quasi annullato la grande protesta organizzata dai lavoratori del porto di Genova per dire no alla guerra, al transito delle armi nello scalo e a salari più adeguati per i lavoratori.

Il tutto è accaduto fra via Gramsci e piazza Matteotti dove i vandali hanno potuto approfittare non solo del corteo ma anche della grande calca di persone che affollavano le strade del centro per agire senza essere visti. Al passaggio del corteo la mesta conta dei danni: le scritte sulle auto della finanza, scritte e biglie scagliate sulle vetrate della Bnl e del commissariato di polizia di piazza Matteotti.

Sino ad allora il corteo era stato esemplare con migliaia di manifestanti nelle vie di Genova per dire no agli armamenti, al traffico di carrarmati nelle pance delle navi e a salari più giusti. 

Il corteo era partito dal porto, da varco Etiopia, dopo le 15, e poi dopo un tragitto all'interno dello scalo era arrivato alla stazione Marittima per poi giungere da via Gramsci a Caricamento e nel centro città affollato da turisti e genovesi. Qui sono entrati in azione i vandali.

Con un titolo molto chiaro, "abbassate le armi, alzate i salari", alla manifestazione hanno preso parte portuali arrivati anche da Civitavecchia, Livorno e Triesteattivisti dei centri sociali provenienti da Padova, Torino e Milano e i sindacalisti di svariate sigle, fra cui Usb, Cobas e Si Cobas.

La prima avvisaglia che ha fatto capire che poteva essere una giornata complicata quando si è appreso che i cento attivisti dei centri sociali in arrivo con il treno da Torino, tra cui quelli del centro sociale Askatasuna, stavano creando problemi alla stazione torinese di Porta Nuova perchè volevano viaggiare senza pagare il biglietto. Alla fine, dopo la lunga attesa, il treno è potuto partire con un'ora di ritardo con la mediazione della polizia che ha lascato partire solo i possessori di regolare ticket di viaggio. Altri problemi potrebbero verificarsi stasera nella stazione di Principe per il ritorno dei manifestanti verso Torino: accetteranno di pagare il biglietto o no?

Fra i manifestanti che sono scesi in strada oggi anche gli anarchici, che hanno sfilato nella parte finale del corteo e hanno scandito il loro no al carcere duro, urlando la richiesta di liberta per Alfredo Cospito, l'anarchico detenuto per la gambizzazione dell'Ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi e che sta facendo un durissimo sciopero della fame contro il regime del 41bis.

E dire che per blindare il corteo e prevenire disordini le vie del centro città erano state sorvegliate con particolare attenzione, con presidi fissi nei punti più a rischio come la prefettura di largo Eros Lanfranco e la sede della Regione di piazza De Ferrari, dove si è conclusa la manifestazione.

L'attacco dei manifestanti violenti alle auto e al commissariato di polizia ha suscitato lo sdegno del Sap, il Sindacato Autonomo di Polizia che ha subito diramato un lunghissimo comunicato.

"Nuovamente presi di mira i poliziotti genovesi…nuovamente scritte minacciose ed offensive sui muri del commissariato Centro. Ogni qualvolta c’è da protestare contro decisioni o leggi, giuste o sbagliate che siano, i colpevoli sono i poliziotti o le forze dell'ordine in generale. Non vorremmo credere che a scatenare questi personaggi sia stato il rigetto, da parte della Cassazione, del ricorso contro il 41 bis per Alfredo Cospito. Non vorremmo crederlo ma, talvolta, a pensar male si indovina. Se così fosse, sarebbe un atto gravissimo, per il quale dovremmo augurarci una veloce individuazione dei colpevoli ma, soprattutto, una condanna severa. Non è possibile che in questo Paese si attacchi sempre, e spudoratamente, chi lavora per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica, senza considerare che l’operato della polizia nulla c’entra con le legittime decisioni degli organi giudiziari. Come Sindacato Autonomo di Polizia ci auguriamo che tutte le forze politiche della città, senza distinzioni di colore, prendano le distanze da questi atti intimidatori e condannino fermamente l’accaduto, esprimendo disapprovazione per quanto accaduto".

Dura la reazione del governatore ligure Giovanni Toti: "Le scritte comparse in queste ore sul palazzo della Regione Liguria e non solo dimostrano ancora una volta che il clima d’odio che sta dilagando nel nostro Paese è diventato intollerabile. Le istituzioni devono essere unite e saper gestire con risolutezza e polso fermo i momenti di tensione. Al ministro Nordio, a cui sono indirizzate alcune delle scritte, va la nostra solidarietà. Non saranno di certo questi gesti a intimidirci, continueremo a lavorare a testa alta per combattere ogni forma di violenza e criminalità.

"Atti quotidiani di vandalismo contro le forze dell’ordine. Segnali per troppo tempo sottovalutati e minimizzati. Gravi atti di oltraggio alla Polizia Locale, ai cui agenti colpiti esprimo tutta la mia vicinanza, sperando che gli autori vengano presto messi davanti alle loro responsabilità", ha dichiarato il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi.

 

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