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Cronaca

In aula Tiziano Lucca, incaricato della verifiche di 17 viadotti dopo la tragedia: "In molte strutture non non c'erano neppure le vie di accesso per le verifiche previste dalle normative"
2 minuti e 19 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -Dopo la tragedia del Morandi per ispezionare 17 ponti del nodo autostradale di Genova e delle zone confinanti Spea, la società che avrebbe dovuto controllare Autostrade per l'Italia, affidò il compito agli ispettori del Rina, il Registro navale italiano, che alla fine del monitoraggio riferì una serie di ammaloramenti riscontrati nelle strutture non segnalati nei report di Spea, e soprattutto che in tanti viadotti non si potevano ispezionare perchè non avevano vie di accesso, con porte murate, per la fitta vegetazione o per la mancanze dei pontoni (by bridge) necessari e previsti dalle normative per le ispezioni trimestrali e annuali.
Oggi al processo Morandi di questo ha parlato uno degli ingegneri del Rina, Tiziano Lucca, che ha effettuato i sopralluoghi. Dalle sue parole i dettagli dei tanti problemi riscontrati nelle ispezioni sui 17 viadotti.

"In molti parti cave delle strutture ispezionate credo che i tecnici di Spea non fossero mai entrati, molti difetti - ha precisato Lucca rispondendo a una domanda del pm Cotugno - risalivano a tempo addietro, non recenti".

In aula vivace confronto fra il pm Cotugno e gli avvocati degli imputati sulle schede riassuntive delle ispezioni perchè quelle compilate da Spea erano diverse da quelle elaborate dagli ispettori del Rina che spesso effettuavano i sopralluoghi senza essere in possesso dei precedenti rapporti di Spea e neppure dei progetti delle strutture.

Da annotare la frase del presidente del collegio giudicante Paolo Lepri che ricordando l'appello del pm Cotugno e le interviste dei familiari delle vittime a stringere i tempi per evitare la prescrizione di alcuni reati, a una delle tante domande di un avvocato che chiedeva dettagli di un'ispezione prima ha detto a mo' di battuta, "sto pensando di dimettermi" e poi ha detto "poi vi lamentate dei tempi lunghi".
Lepri che proprio per accorciare i tempi spesso interrompe avvocati e pm con una frase, di certo la più pronunciata da parte sua durante le udienze, "vada avanti..." e che all'ennesima eccezione e puntualizzazione sulle descrizione del contenuto di una scheda ha detto, come a invitare e sintetizzare e sveltire i tempi: "Che poi che cavolo ce ne frega" e poi, a ribadire il concetto, "stiamo parlando sul niente da circa due ore".

Ecco la lista di sedici dei viadotti esaminati da Lucca, che ha lavorato insieme ad altri colleghi con cui ha poi redatto la relazione finale: ponte Borbera, ponte Scrivia Pietrafraccia, viadotto Rovena, viadotto Orba (bretella), viadotto Buzero, viadotto Zucca, viadotto Rocce Nere, viadotto Gargassa bis, ponte sul fiume Reno, ponte sul fiume Montone, sottovia ss n.67 Ravegnana, viadotto Fosso Torre, semiviadotto Poggio Palina, Viadotto la Cassiana, ponte Canale Ozzeri

Lucca ha detto che quando iniziavano le ispezioni venivano forniti del manuale Spea, il permesso della manovre in autostrada, l'elenco delle opere, una foto e le schede descrittive degli ammaloramenti delle stesse.

 

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