GENOVA -Nella robusta memoria dei pm che indagano sulla tragedia di Ponte Morandi decine di foto che mostrano la corrosione della struttura e della pila 9 pochi mesi prima della tragedia, foto però cancellate dai server dell'ufficio di sorveglianza autostradale di Genova di Spea Enginnering, la società del Gruppo Atlantia incaricata, ai tempi, dei controlli di sicurezza delle infrastrutture.
Immagini che gli investigatori della guardia di finanza hanno recuperato senza grandi difficoltà grazie a programmi specifici di cui si avvalgono per le indagini on line.
I cassoni e gli stralli corrosi dalla ruggine sono per i pm Terrile e Cotugno la prova che Autostrade per l'Italia sapeva delle condizioni precarie del viadotto. Non solo: il fatto che fossero state cancellate ribadisce la difficoltà dei Spea nello spiegare il mancato intervento di messa in sicurezza del Morandi e l'avvio del progetto di retrofitting, di ristrutturazione, della Pila 9.
A cancellare questi file, secondo quanto scrivono i magistrati, sono stati gli imputati Massimiliano Giacobbi ed Emanuele De Angelis, che nel 2018 lavoravano per Spea.
"I due imputati Giacobbi e De Angelis - scrive il pm Terrile - devono avere pensato che fosse meglio togliere e cancellare quelle foto. Magari qualcuno del comitato tecnico amministrativo o del Mit le avrebbe guardate e si sarebbe preoccupato".
Nella memoria si evince inoltre che il collaudo statico del Morandi, aperto al traffico nel 1967, fu eseguito solo tre anni dopo l'inaugurazione in palese violazione delle norme e nell'impalcato sotto la pila 9 non fu svolta nessuna prova di carico.
I magistrati pubblicano anche gli utili che la gallina dalle uova d'oro chiamata Autostrade assicurava ai soci di Autostrade e arrivano a dire: "Se Autostrade avesse speso lo 0,7 per cento degli utili del 2017 per sistemare gli stralli della pila 9 e 10 la tragedia del Ponte Morandi non si sarebbe mai verificataª.
Dividendi esorbitanti che il gruppo Atlantia (la holding dei Benetton) si sono spartiti negli anni grazie ad Autostrade per l'Italia. E che dal 2000 al 2018, anno del collasso del ponte, arrivano a toccare i nove miliardi di euro.
IL COMMENTO
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