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Cronaca

Oggi in aula la teste Martella, ingegnere ex di Spea e di Aspi e ora di Atlantia, addetta a inserire i dati dei controlli sul ponte. Si parlerà dell'email inviata dall'imputato De Angelis responsabile progetto di retrofitting
3 minuti e 6 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - "Non ci passerei neanche se fossi una formica": questa frase è contenuta in una mail scritta nel 2015 da Emanuele De Angelis, dipendente Spea e responsabile di quei progetti di consolidamento del ponte Morandi progettato nel 2017 e mai realizzato.

De Angelis, tra i 58 imputati per il crollo del 14 agosto 2018, è uno dei progettisti del progetto di retrofitting mai realizzato che avrebbe dovuto mettere in sicurezza la pila 9 che ha provocato il disastro.

La email viene inviata e secondo la guardia di finanza "si riferisce verosimilmente al vero viadotto Polcevera" anche se viene pronunciata osservando la foto di un altro ponte, un ponticello provvisorio strallato di un'altra parte del mondo.

Di questo e di tanto altro si parlerà oggi in aula ascoltando la teste Giulia Martella, ingegnere ex di Spea e di Aspi e dal 2019 ad Atlantia, addetta a inserire i dati dei controlli sul ponte e fra le persone che ricevette l'email di De Angelis.

Martella inseriva i dati dei rapporti trimestrali nel data base, si occupava delle verifiche sismiche, ha contribuito a rivedere il manuale Spea nel 2015. Nel 2011, aveva fatto il progetto di manutenzione degli stralli pile 9 e 10, intervento che sarebbe consistito in applicazione di materiale impermeabilizzante. Ma poi è passata in Aspi.

La mail di De Angelis è una risposta alla provocazione di un dipendente di Autostrade per l'Italia Matteo De Santis (anche lui imputato) il quale il 15 luglio 2015 invia a De Angelis, a Massimo Meliani (altro imputato) e ad altri di Autostrade la foto di un ponticello provvisorio su un torrente. Come didascalia De Santis scrive: "Ma ci voleva tanto a fare il progetto di rinforzo degli stralli del Polcevera?".

Come ricostruiscono i finanzieri nella loro annotazione finita agli atti "è evidente che la mail ha un tono scherzoso e goliardico, la foto non c'entra nulla con il viadotto Polcevera e il ponticello lo ricorda solo per il disegno del ponteggio dei tubi innocenti che assomiglia ai sistemi bilanciati".

Per i militari, però, appare rilevante la risposta successiva di De Angelis che, riferendosi verosimilmente al vero viadotto Polcevera, così ricostruiscono nella loro relazione i finanzieri, commenta con quella frase: "Comunque non ci passerei neanche se fossi una formica".

L'accostamento della frase con il Morandi è però stato criticato e smentito stamane in aula dagli avvocati difensori degli imputati, che non mancano occasione di ribadire di essere "sotto attacco da parte dei media".

La mail incriminata è comunque finita gli atti ed è stata ritrovata nel pc sequestrato a Meliani.

De Angelis, insieme a Massimiliano Giacobbi, aveva firmato il progetto di retrofitting di consolidamento approvato dal Ministero delle Infrastrutture il 6 giugno 2018, i cui cantieri si sarebbero dovuti aprire ad ottobre. Troppo tardi.

Giulia Martella era stata interrogata dalla guardia di finanza il 23 giugno 2020: ai finanzieri del Primo Gruppo aveva ribadito che fra il 2007 e il 2012 aveva lavorato alle dipendenze di Spea occupandosi della progettazione di interventi di manutenzione conservativa delle opere autostradali gestite da Autostrade per l'Italia. Non solo: si era anche occupata della progettazione preliminare di un intervento di ripristino conservativo sugli stralli delle pile 9 e 10 del viadotto Polcevera. Un intervento di modeste dimensioni, finalizzato a proteggere con malte speciali gli stralli, allo scopo di ripristinare gli strati superficiali del calcestruzzo.

Ma poco dopo, nel 2012, su iniziativa di Di Taddeo, venne distaccata in Autostrade per l'Italia e andò a lavorare nell'ufficio da lui diretto, ove rimase
sino all'aprile 2019. Martella ai finanzieri disse: "Non so dire, quindi, che sorte ha poi avuto quel mio lavoro preliminare, né se ad esso sia seguita una progettazione definitiva ed esecutiva; tantomeno so se quell'intervento abbia poi avuto esecuzione".

Il suo diretto superiore era Fulvio Di Taddeo (imputato) che dal 2011 sostituì Mauro Malgarini (altro imputato) quale responsabile dell'ufficio Manutenzione Opere Strutturali. Toccava a loro realizzare il progetto di retrofitting sulla pila 9.

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