GENOVA - Non alla Rems di Pra' ma il detenuto Luca Delfino, a giugno o a luglio, quando finirà di espiare la pena per l'omicidio di Antonella Multari, potrebbe essere assegnato alla più attrezzata Residenza per l'esecuzione delle Misure di Sicurezza di Calice al Cornoviglio, nello Spezzino.
A decidere sarà il Ministero di Grazia e Giustizia, che potrebbe accogliere le richiesta dell'assessore alla Sanità di Genova Angelo Gratarola che si è già espresso contro l'ipotesi di trasferire l'assassino nella struttura di Pra' troppo vicina alle abitazioni e da dove si può scappare troppo facilmente.
L'ipotesi prende corpo dopo l'udienza svoltasi nel tribunale di Massa Carrara davanti al magistrato di sorveglianza Mencattini a cui in vista della scarcerazione del detenuto spetta decidere se, come viene dato per scontato, Delfino è ancora socialmente pericoloso, come hanno stabilito le ultime due perizie psichiatriche a cui è stato sottoposto.
In aula con il magistrato c'era il legale di Delfino, l'avvocato Riccardo Lamonaca, mentre il detenuto è stato ascoltato in collegamento on line.
La sua deposizione è stata lunga, quasi logorroica, come è nel suo stile, facendo un excursus su tutta la sua vita, dal trauma di avere appreso da adolescente che la mamma si era suicidata e non era morta per malattia. Poi Delfino ha chiesto ancora una volta perdono alla mamma di Antonella Multari per l'omicidio della figlia, sottolineando che purtroppo non può tornare indietro e neppure cancellare gli errori. Delfino ha chiesto perdono anche ai suoi genitori, per il dolore procuratogli in tutti questi anni. Chiudendo poi il suo lungo discorso con auspici e grandi speranze, "voglio proseguire il mio percorso di rieducazione per realizzare il mio ultimo desiderio: incontrare anche una volta mio papà e mia mamma da uomo libero".