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Cronaca

I retroscena e i tanti errori del colpo messo a segno da due dilettanti fermati dalla polizia per l'assalto a una macelleria di Rivarolo
1 minuto e 7 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA -Pensavano di fare il colpo del secolo assaltando la macelleria di Rivarolo alla vigilia di Pasqua, la Dalf, quasi un'istituzione in fatto di fettine e costine d'agnello, e invece da banditi dilettanti quali sono hanno inanellato una serie di macroscopici errori, dall'orario della rapina troppo mattiniero, quando in cassa ci sono solo poche miglia di euro, alla fuga, interrotta dalla imprevista, coraggiosa quanto pericolosa, reazione di un macellaio, che li aveva costretti a sparare alcuni colpi di pistola. Un'arma vera, non una scacciacani, altro errore di valutazione.



Sbagli come l'auto usata per fuggire, una Fiat 500 non rubata e intestata alla moglie di uno dei rapinatori, Rocco Manis, fra l'altro ex macellaio, che inquadrata dalle telecamere ha portato i poliziotti dritti dritti nella sua abitazione di via Cancelliere, a Castelletto.

Lui, subito arrestato per la detenzione di pistola, fucile a canne mozze, poi accusato insieme al complice, Guidi Johnny, un pregiudicato già sottoposto a obblighi nella sua casa di via Giglio a Marassi, di rapina aggravata dall'uso delle armi.
L'idea dell'assalto alla Dalf era stata di Manis che, pieno di debiti dopo che la sua macelleria  in un mercato del centro di Genova si è rivelata una mossa azzardata, pensava di dare una svolta alla sua vita assaltando la Dalf, dove per un po' aveva lavorato, è invece è finito in galera con il suo socio di disavventura.

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