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Cronaca

È una ferita che continua a sanguinare per Genova - denuncia Toti - e per le famiglie delle 43 vittime a cui oggi va il mio pensiero
1 minuto e 12 secondi di lettura
di Au. B.

GENOVA - "Sono sconcertanti le rivelazioni dell'ex manager dei Benetton, Gianni Mion, al processo per la tragedia del ponte Morandi. Parole che lasciano sgomenti e che ci portano ad auspicare in maniera ancora più convinta che si faccia giustizia per questa tragedia". Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti via fb commenta la deposizione dell'ex amministratore delegato della holding dei Benetton 'Edizioni'.

Processo Morandi, Mion: "Quando seppi del crollo mi sarei sparato alla testa" - LEGGI QUI

"È una ferita che continua a sanguinare per Genova - denuncia Toti - e per le famiglie delle 43 vittime a cui oggi va il mio pensiero". 

Gianni Mion il grande manager della cassaforte della famiglia Benetton che controllava la holding Atlantia e Aspi, al processo per la strage del 14 agosto 2018 nella veste di teste ha sottolineato il peso che si porta appresso dal giorno della tragedia, quando lui non era più in Edizioni ma si era al mare sul litorale di Venezia, "quanto appresi del crollo pensai o mi sparo una rivoltellata alla testa, o cerco di capire, e così feci - ha detto a al Primocanale prima di essere interrogato - nel 2010 avevo appreso dai tecnici di Aspi che il Morandi aveva un difetto di progettazione che poneva il dubbio che "potesse stare su". Io, da incompetente, chiesi se avevamo qualche ente esterno che ne attestasse la sicurezza e Mollo, il direttore generale, disse che la sicurezza del ponte ce la autocertificavamo".

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