Cronaca

È la storia degli abitanti dei civici 92, 94, 96 e 98 di corso Perrone, proprio sotto alle ex aree Colisa di Campi.Quattro palazzi, circa 120 persone che nel 2001 hanno scoperto di essere prossimi all'esproprio e che nel 2023 sono ancora lì
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di Aurora Bottino

GENOVA - Scenderà ancora una volta in piazza il comitato "4 palazzi" di corso Perrone. La loro è una storia di limbo, di instabilità, che va avanti da vent'anni e che da tre è fatta anche di fastidio, disagio tra le mura della propria casa. 

Sono gli abitanti dei civici 92, 94, 96 e 98 di corso Ferdinando Maria Perrone, qualche curva prima dello stabilimento Ansaldo Energia nella zona di Campi, proprio sotto alle ex aree Colisa. Quattro palazzi, circa 120 persone che nel 2001 hanno scoperto di essere prossimi all'esproprio e che nel 2023 sono ancora lì, nelle loro case, con l'ansia che arrivi il giorno in cui dovranno lasciare le loro abitazioni.

Nell'area dell'ex Colisa c'è infatti un progetto di rigenerazione urbana che di anno in anno ha visto una carrellata di idee (prima del 2010 si parlava di un acquapark e qualche anno dopo di un nuovo stadio di calcio) e di istituzioni che si sono susseguite senza mai arrivare a nulla di concreto. Tutti i progetti, però, avrebbero comunque previsto l'abbattimento dei quattro palazzi.

Questo fino al 2022, quando il proprietario dell'area, la società per azioni Sviluppo Genova, ha siglato un contratto da 8 milioni di euro per 111 mesi (10 anni) con Autostrade per l'Italia, che ora ha in affitto la zona. Una botta per i residenti, che nel 2018, dalle loro finestre, hanno visto crollare il ponte Morandi uccidendo 43 persone

Gronda ad Autostrade, comitato 4 palazzi corso Perrone: "Non ci fidiamo" - LE NOTIZIE

E così, oltre alla paura, il limbo è diventato sempre più uno spazio senza fine, con l'inizio dei lavori di quello che da un grande giardino pieno di alberi da frutto dovrebbe diventare il quartier generale di Autostrade per la costruzione della Gronda di Ponente. Rasato tutto al suolo, o almeno quel poco di verde che rimaneva dopo l'industrializzazione del quartiere di Campi, sono stati costruiti alti muri di cemento che bloccano la vista ai residenti dei quattro condomini.

Eppure l'avvio dei lavori della Gronda, ancora oggi, dopo lo stop decretato nel 2022, rimangono appesi a un decreto del Ministero che ancora non è arrivato. Il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi ha però dato una timeline sull'approvazione del progetto esecutivo, che dovrebbe arrivare entro l'estate.

Secondo il presidente del comitato "Quattro palazzi" che da decenni abita all'interno 7 del civico 94 di corso Perrone, Francesco Berretta, "i lavori si erano un po' attenuati ma nell'ultimo periodo sono ripresi e anzi, vanno alla grande. Alla fine del mese, ci hanno assicurato, butteranno giù un altro palazzo di via dei Laminatoi, una palazzina a sei piani comprata da Autostrade per l'Italia da un privato". Sempre in via dei Laminatoi è stata buttata giù anche un'altra palazzina, quella che un tempo era la sede della guardia di finanza.

Dopo diverse lettere scritte alle istituzioni, rimaste senza risposta, i residenti vogliono alzare la voce: "Ogni giorno veniamo svegliati dai martelli pneumatici, vibra sempre tutto, non se ne può più. Ci hanno tolto la vista, avevo chiesto di mettere dei pannelli trasparenti invece che i muri di cemento ma non l'hanno fatto, hanno detto che non potevano. Ci siamo stufati, per questo tra poco manifesteremo". 

Oltre al disagio continuo, i residenti si portano dietro tutti i dubbi che da 20 anni li fano vivere nella tensione di un incombente trasloco. "Siamo all'oscuro di quello che succederà ma anche del perché sta succedendo. Se la Gronda è ferma i lavori per il suo quartier generale  dovrebbero essere fermi".

Nel 2021 i tecnici di Autostrade avevano scattato foto e girato video per capire il valore delle case in vista dell'esproprio dei palazzi ma da quel giorno nulla: non una comunicazione o una notifica che faccia capire agli abitanti quale potrebbe essere il loro futuro ma soprattutto quanto dovranno rimanere ancora lì. 

 

 

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