GENOVA - Rimane ancora senza un perché la misteriosa aggressione con minacce razziste a un clochard trentenne originario della Costa d'Avorio che stava dormendo accanto alle aiuole di piazza Piccapietra, nel cuore della city di Genova e abituale ritrovo di sbandati: la polizia sta cercando di dare un nome a due giovani di carnagione chiara che hanno assalito il migrante aizzandogli contro un pitbull e gridandogli di andare via perché "non sei italiano". Poi le botte.
Il senza fissa dimora per difendersi dal cane che lo ha morsicato ad una gamba e un braccio ha afferrato una spranga per scacciarlo. Una reazione che ha fatto arrabbiare ancora di più gli aggressori che lo hanno colpito con calci e pugni. Poi la fuga, lasciando il clochard ferito sull'asfalto, poi soccorso in codice giallo.
L'aggressione è avvenuta in pieno giorno, intorno alle 16, quando nella zona ci sono parecchie persone, fra chi si reca al supermercato sotto la piazza, agli impiegati dei molti uffici e ai frequentatori di una palestra con le vetrate affacciate sul punto dell'aggressione. Un istruttore del centro sportivo ha riferito che non ha visto niente perché il giaciglio del clochard è nascosto dai cespugli. "Mi sono accorto che era successo qualcosa solo quando ho visto le macchine della polizia".
Le indagini avviate dagli agenti delle volanti e proseguite dalla Digos puntano dritto sul mondo dei homeless che gravitano nella zona. Forse un regolamento di conti o un modo per marcare il territorio che di notte è pieno di giacigli di clochard. La matrice razzista però non può essere ancora esclusa
Il fatto riporta alla mente una violenta aggressione avvenuta nel 2014 nella stessa piazza Piccapietra quando quattro clochard dell'est Europa vennero sprangati e feriti in modo grave in piena notte mentre dormivano in un giaciglio di cartoni e una tenda. Ad aggredire quattro uomini con il volto coperto da una passamontagna.
Le indagini della polizia grazie alle telecamere e alle intercettazioni delle celle telefoniche permisero di individuare gli autori del pestaggio e il mandante, un giovane connazionale delle vittime, poi tutti condannati a quasi otto anni di galera. Il movente? I quattro clochard sprangati avevano osato scacciare il ragazzo violento perché ogni volta che la polizia locale gli controllava i documenti reagiva sempre in modo aggressivo creando problemi a tutto il gruppo.