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Cronaca

In aula tre testi a difesa di cinque imputati di Spea e di Autostrade per l'Italia. La sentenza forse nel 2025. Giovedì il via al Morandi bis
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di Michele Varì

GENOVA - Sarà l'ultima udienza del 2023 quella di oggi del processo sulla tragedia provocata dal crollo del Morandi del 14 agosto 2018 costata la vita a 43 persone, poi si riprenderà il 9 gennaio 2024  con tre udienze a settimana l'obiettivo di concludere gli esami dei testi delle difese, circa 200 dopo lo stralcio di oltre 130 nomi da parte degli avvocati degli imputati, entro la fine di marzo.

Oggi in aula davanti ai giudici Lepri, Polidori e Baldini e ai pm Cotugno e Airoldi, con Terrile a fare da regia, ci saranno tre testi delle difese di cinque imputati: Fabrizio Afeltra, collega e teste del genovese Marco Vezil, responsabile servizi esercizio Spea;
il dipendente Aspi Santino, a difesa degli imputati Meliani e Ascenzi, rispettivamente responsabile ufficio opere d’arte direzione 1°, 2°, 3° e 9° tronco Aspi e il responsabile ufficio divisione esercizio e nuove attività Spea;
e Francesco Sapio, attuale direttore del primo tronco Aspi chiamato a parlare dagli avvocati difensori degli imputati Mauro Coletta e Alessandro Melegari, il primo capo Direzione generale per il controllo sulle concessioni autostradali al Mit, il secondo direttore 1° tronco Aspi.

Dopo questa fase il processo vivrà il momento cruciale con lo scontro fra i periti del tribunale e consulenti delle parti che si scontreranno sulle cause del crollo. La speranza è che si possa arrivare ad avere una sentenza fra un anno, entro i primi mesi del 2015.

Nel frattempo, fra tre giorni, giovedì 21 dicembre, con l'udienza preliminare davanti al giudice Lippini partirà anche il processo sul Morandi Bis che vede indagate 47 persone, anche in questo caso con i vertici di Autostrade per l'Italia Castellucci, Berti e Donferri Mitelli. La prima udienza a novembre era stata inviata a causa di errori di notifiche ai legali di tre indagati.

L'indagine, denominata Morandi bis, riguarda i presunti falsi report sullo stato dei viadotti, le barriere antirumore pericolose, il crollo della galleria Bertè in A26 (30 dicembre 2019) e il mancato rispetto delle norme europee per la sicurezza nei tunnel. Per 12 di loro la procura ha proposto il patteggiamento e l'eventuale decisione verrà comunicata dagli avvocati durante l'udienza. Le accuse, a vario titolo, sono falso, frode, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo colposo.

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