GENOVA - Una lama di 30 cm: paura nel tardo pomeriggio di ieri nel carcere di Marassi, per un agente della polizia penitenziaria, quando un detenuto di origine marocchina classe 2003 ha tentato di aggredirlo con quest'arma rudimentale. Il ventenne, già ristretto in seconda sezione con fine pena nel 2033 per reati che vanno dalla resistenza al tentato omicidio, rapina, lesioni e porto abusivo d’armi, è stato fermato grazie all'intervento tempestivo di un altro detenuto e dei poliziotti. Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza all'interno della casa circondariale.
A denunciare l'episodio è stato il segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, Fabio Pagani, che ha dichiarato: "Dopo la sparatoria del 19 settembre 2021 a Frosinone, oggi a Genova Marassi, le carceri in generale si confermano come teatri di violenza inaudita e luoghi in cui circolano armi di varia natura, oltre a sostanze stupefacenti, smartphone e molto altro. Continuando così, e con oltre quattro aggressioni al giorno, la situazione è chiaramente destinata a degenerare ulteriormente e temiamo che possa accadere il peggio, ancor di più che nel marzo del 2020 quando si scatenarono rivolte e si contarono 13 morti fra i reclusi".
Le parole di Fabio Pagani da tempo denunciano una realtà allarmante all'interno del sistema penitenziario italiano, una situazione che richiede interventi urgenti e tangibili da parte del Governo.
"Condividiamo moltissime delle buone intenzioni del Governo Meloni comunicateci per bocca del sottosegretario al Ministero della Giustizia, Andrea Delmastro delle Vedove, ma servono fatti urgenti e tangibili"
"Servono fatti urgenti e tangibili", afferma Pagani. "Il guardasigilli Carlo Nordio deve svegliarsi dal proprio torpore in tema di politiche penitenziarie e portare in Consiglio dei Ministri un decreto carceri che, prendendo atto dell’emergenza strisciante, con procedure d’urgenza possa mettere le carceri in sicurezza anche attraverso assunzioni straordinarie proporzionate al fabbisogno di oltre 18mila unità nelle file della Polizia penitenziaria".
Gli fa eco anche Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del sindacato autonomo di polizia penitenziaria: "Si tratta dell'ennesimo episodio di violenza, dunque, che conferma le difficoltà operative presenti nel carcere di Marassi, così come nelle altre carceri della regione”. E il segretario Generale del Sappe, Donato Capece torna a chiedere "urgenti provvedimenti per assicurare tutti gli elementi necessari a garantire la sicurezza degli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria".
Una situazione diventata ormai insostenibile nelle carceri della Liguria, secondo gli agenti, che si è aggravata da quando Genova non è più sede autonoma del Provveditorato regionale ma dipendente da Torino.
“Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli ospedali psichiatrici giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario"
(Foto d'archivio)