SESTRI LEVANTE - Potrebbe esserci una sottovalutazione o un ritardo, da parte dei medici della Salute mentale della Asl4, nella gestione di Cristina Marini, la donna di 72 anni uccisa dal marito Gian Paolo Bregante a Sestri Levante, nelle scorse settimane.
Gli accertamenti
Per questo la procura ha disposto un accertamento tecnico sui telefonini della coppia e il computer. Durante l'interrogatorio l'uomo aveva detto di avere chiesto aiuto più volte al centro di salute mentale di Chiavari. "Ho scritto dieci mail al medico del reparto. Mi rispose che gli avevo intasato la posta". L'ex comandante di navi, difeso dagli avvocati Sara Bellomo e Paolo Scovazzi, verrà sottoposto anche a perizia psichiatrica per valutare se fosse capace di intendere e volere al momento del delitto.
Cosa è successo
Bregante, dopo avere sparato alla moglie, aveva chiamato i carabinieri e il figlio. Aveva spiegato di averla uccisa perché lei non voleva curare la depressione. Questo, secondo il suo racconto, avrebbe comportato un peggioramento delle sue condizioni rendendola sempre più insofferente e aggressiva. Da mesi ci sarebbero stati litigi proprio per questo motivo. "Non avevo mai pensato di ucciderla, al massimo in quest'ultimo anno ho pensato un paio di volte di darle uno schiaffo. Non so cosa mi è successo, alla fine sono esploso". Il giudice aveva scritto che l'ex comandante aveva ucciso "in preda a un raptus".