GENOVA - Il medico legale Davide Bedocchi per provare che il coltello che ha ucciso il barbiere egiziano era quello sequestrato ai due presunti assassini dopo l'autopsia ha messo il cuore della vittima in una provetta piena di formalina e poi, con un coltello identico a quello sequestrato, ha stabilito che la ferita letale, per forma e distanza dal diaframma, è perfettamente compatibile con la forma e la lunghezza di quella lama.
Lo ha rivelato il pm Daniela Pischetola durante la sua requisitoria di oltre due ore al processo in corte di assise per l'omicidio di Mahmoud Abdallah avvenuto in un'abitazione di via Vado a Sestri Ponente nel luglio 2023 e per cui il magistrato ha chiesto la condanna all'ergastolo e l'isolamento diurno per 18 mesi per i due presunti assassini connazionali della vittima, Abdelwahab Gamal, detto Bob, e Mohamed Abdelghani, detto Tito.
Il medico legale Bedocchi, ascoltato in aula nell'udienza del 12 settembre, aveva anche riferito che ad uccidere Abdalla è stata una coltellata al cuore sferrata da uno due imputati. Un altro fendente invece aveva lesionato il fegato.
In aula oggi anche il fratello minore della vittima, arrivato da Milano, dove vive, insieme all'avvocato di parte civile Annamaria Bozzo che ha chiesto i risarcimenti di 100 mila euro per il ragazzo e di 150 mila euro per la sorella che vive in Egitto: era a lei al resto della famiglia che il giovane barbiere ucciso inviava parte dei soldi che guadagnava in Italia.