"Non mi aspettavo di tornare in questa inchiesta dopo essere stato indagato e sospettato a lungo e visto che non ci sono prove come il Dna, ma sono sereno lo stesso, perchè sono, come lo sa anche mia mamma, che non abbiamo mai mentito".
Il commercialista Marco Soracco dal suo studio di via Bixio nel centro di Chiavari non si tira indietro davanti al cronista neppure il giorno dopo che la Corte di appello ha deciso che lui e la madre Marisa Bacchioni devono essere processati insieme alla potenziale assassina Anna Lucia Cecere che loro avrebbero favorito mentendo al pubblico ministero Gabriella Dotto che ha riaperto il caso dove 25 anni grazie al lavoro della criminologa Antonella Delfino Pesce.
Con l'indagata rapporti superficiali
"Con Anna Lucia Cecere ho sempre avuto rapporti superficiali, era solo la fidanzata di un ragazzo che conoscevo, la incrociavo ogni e facevamo un pezzo di strada insieme perché era una vicina di casa - racconta ancora il commercialista, che poi torna per l'ennesima volta su quella tragica mattina del 6 maggio del 1996 -Quando come al solito, come faccio ancora oggi, arrivai alle 9 in punto nello studio trovai Nada agonizzante e chiamai il 112. Non c'era nessun altro, tanto meno Cecere".
Mai visto Anna Lucia litigare con Nada
Soracco poi smentisce di avere mai visto l'imputata nel suo studio litigare con Nada. "Ma se avessi saputo notizie importanti per le indagini perchè non avrei dovuto parlare visto che tanti anni sono stato io il sospettato?" chiede per l'ennesima volta il commercialista. Poi aggiunge: "Spero che finalmente si scopra chi ha ucciso Nada e capisco la soddisfazione della mamma, ma ripeto, io e mia madre sia estranei a questa tragedia".
Tre rebus irrisolti
Il commercialista definisce totalmente inventate le affermazioni di un collega di Chiavari, Bertuccio, per cui alcune sere prima dell'omicidio Soracco dopo una birra bevuta insieme aveva svelato che presto sarebbe scoppiata una bomba per un fatto grave che accadrà nel mio studio di lavoro, e non sa spiegarsi due anomalie del comportamento di Nada, che il lunedì del delitto va in studio prima del solito e due giorni prima, sabato 4 maggio, viene vista dalla donna delle pulizie nell'ufficio chiuso al pubblico prendere un floppy disc dal pc, come non era mai accaduto prima.
Nada? Una segretaria, niente di più
Soracco si innervosisce e perde il suo abituale self control solo quando si chiede se era innamorato di Nada, "ma insomma cerchiamo di essere persone serie - sbotta - Nada era solo la mia segretaria, dal punto di vista professionale molto seria e corretta, aveva un carattere molto chiuso, ed infatti non sapevo niente delle sue cose private, il resto sono fantasie, gli inquirenti fanno congetture, ma noi restiamo tranquilli perchè sappiamo di non avere nulla da nascondere., vedremo al processo chi ha ragione".