L'ex marito della vittima di Sampierdarena è a processo per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. La vicenda è tristemente nota da ieri mattina: la donna di 31 anni si è lanciata nel cavedio del palazzo ed è morta sul colpo, seguita nel vuoto dalla sorella che invece è sopravvissuta e si trova ora in serie condizioni all'ospedale San Martino. Il tutto è avvenuto mentre i quattro figli della vittima dormivano nella loro cameretta e proprio intorno all'affidamento dei bambini ruota la tragedia: dopo domani si sarebbe dovuta tenere l'udienza per l'affidamento e, secondo quanto trapelato, la donna avrebbe temuto di perderli.
La condanna e le accuse all'ex marito
L'uomo è stato già condannato per il reato di sequestro di persona per aver chiuso in casa la vittima e la sorella per andare in moschea. Ora deve affrontare le altre accuse: "Maltrattava la moglie convivente - si legge nella richiesta di rinvio a giudizio - in particolare, inveiva nei suoi confronti, la ingiuriava con espressioni quali '...stronza...pazza...sei una spazzatura...', la spintonava e la strattonava afferrandola per i capelli, le lesinava il denaro per le esigenze dei quattro figli, le cagionava lesioni personali, realizzando - in tal modo - una condotta di sopraffazione sistematica". L'ex marito è a processo anche per lesioni per avere strattonato e spinto la donna "con violenza e determinandole la caduta a terra", cagionandole lesioni guaribili in cinque giorni.
"Lui frequentava terroristi"
Secondo la vittima, l'ex moglie era vicino ad ambienti terroristici e frequentava negli ultimi mesi la sala della preghiera di via Castelli vicino a via Cantore. Si tratta di una delle moschee cittadine già in passato oggetto di un'inchiesta dell'antiterrorismo di Genova per fondamentalismo islamico seppure con archiviazione finale del provvedimento. Nella denuncia, riporta la Procura, la donna fa scrivere nero su bianco "si è radicalizzato" e "frequenta terroristi". Da quelle carte sono partiti una serie di accertamenti, in un indagine del pubblico ministero Luca Scorza Azzarà. La Digos però ha escluso un coinvolgimento dell'ex marito.
La difesa dell'ex marito
La versione dell'uomo, assistito dall'avvocato Anna Serafino, è stata anticipata a Primocanale e poi affidata a una memoria presentata pochi giorni prima del tragico epilogo. L'uomo riferisce di essere vittima dell'ex moglie di "una grave e violenta escalation", con "atteggiamenti ostili", che "sfociavano in aggressioni non solo più verbali ma anche fisiche". La sorella non avrebbe, sempre secondo la versione dell'ex marito, cercato di mettere fine ai dissidi tra i due ex coniugi, ma anzi avrebbe partecipato, insieme all'ex moglie, a un'aggressione "con graffi, calci e pugni al ventre". Il tutto, secondo quanto è riportato nella memoria, sarebbe nato per la gelosia della donna la quale "iniziava a sostenere, del tutto infondatamente", che il marito la tradisse. Oltre alla sorella, in mezzo si sarebbe messo anche il fratello che lo avrebbe minacciato di morte per aver messo fine al matrimonio.
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