Il giudice per l'udienza preliminare Milena Catalano ha condannato quattro portuali a 46 anni di carcere totali, con rito abbreviato, accusati di avere organizzato una importazione di oltre 400 chili di cocaina arrivati in porto a Genova. In particolare sono stati condannati a 13 anni e quattro mesi Alberto Pinto e Natale Giuliano, due gruisti del porto di Gioia Tauro che erano stati assunti in aziende genovesi; 14 anni per Rocco Lazzaro, responsabile della logistica, e cinque anni e quattro mesi per Massimo Malinconico, camallo della Culmv.
Come funzionava lo smercio
Quest'ultimo avrebbe aiutato un collega (Fabio Papa, già condannato in appello a otto anni e 8 mesi) a scaricare la droga dal container. L'inchiesta era stata coordinata dal sostituto Marco Zocco della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo. Secondo gli inquirenti quel traffico di droga era stato organizzato dal clan 'ndranghetista di Sant'Onofrio. Papa era stato arrestato con i borsoni pieni di polvere bianca dalla guardia di finanza, coordinata dal pm della Dda Federico Manotti in una prima tranche di inchiesta. I quattro sono difesi dagli avvocati Paolo Lavagnino, Mario Iavicoli, Silvana Bianchi, Davide Vigna e Giuseppe Alvaro.
Da dove arrivava la droga
La cocaina era arrivata in Liguria nel 2022 dal Brasile, nascosta in un container che conteneva caffè sulla motonave Msc Adelaide. Il giorno dello sbarco era stato arrestato subito Papa mentre il giorno dopo, sempre sulla nave era stato trovato morto un marittimo di origini serbe. Era emerso che l'uomo si era tolto la vita. Nell'inchiesta sul maxi sequestro di cocaina nel porto di Genova c'era una quinta persona indagata: Salvatore Maio, coinvolto nel 2016 in un duplice omicidio a Pegli davanti al bar Il Risveglio. Maio era stato arrestato a novembre del 2021, dopo la scarcerazione per decorrenza dei termini, per droga e armi. Gli investigatori avevano scoperto che mentre era in carcere avrebbe fatto pressioni su Fabio Papa per non coinvolgere i complici nel traffico.
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