Cronaca

Operazione 'Gigante', rilevate infiltrazioni mafiose del clan di Tommaso Natale. Le indagini hanno portato anche al ritrovamento di quattro pistole e oltre 500 proiettili nascosti in un container utilizzato da una società di logistica
3 minuti e 6 secondi di lettura
di a.pop.
Uomini della direzione antimafia

Dall'alba a Genova vasta operazione antimafia condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dia) locale, con il supporto dei centri operativi di Palermo, Milano e Torino. La Dia ha eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del capoluogo ligure su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di sei persone accusate di vari reati. Le persone arrestate sono l'imprenditore Gabriele Silvano, Salvatore Mario Lo Piccolo residente a Serra Riccò formalmente dipendente della società dell'imprenditore, Enrico Bomarsi, dipendente di una ditta di spedizioni, John Harold Garcia Ordonez, Victor Manuel e Jiampier Boris Maruri Moreira. Ci sono anche un paio di indagati, tra cui un avvocato. Tra le accuse ci sono il trasferimento fraudolento di valori finalizzato a favorire le attività delle organizzazioni mafiose, l’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, la detenzione illegale di armi e l'estorsione.

Operazione 'Gigante', rilevate infiltrazioni mafiose del clan di Tommaso Natale

Tra le operazioni condotte anche il sequestro preventivo di un terreno a Palermo, nonché perquisizioni personali e domiciliari nei confronti di altri indagati. L'operazione, denominata "Gigante", è il risultato degli approfondimenti condotti dalla Dia di Genova su alcune società operanti nel settore della logistica, che hanno rivelato il rischio di infiltrazioni mafiose tramite membri del mandamento di "Tommaso Natale" di Palermo. Di conseguenza, sono state emesse interdittive nei confronti di queste aziende. 

Sotto indagine la compravendita di un terreno a Palermo

Sotto indagine è finita la compravendita di un terreno a Palermo, che l'imprenditore ligure, in concorso con Lo Piccolo, aveva intestato fittiziamente a una sua società, per sottrarlo al sequestro nell'ambito di una misura di prevenzione patrimoniale che aveva colpito in precedenza lo stesso Lo Piccolo, già condannato due volte per associazione mafiosa a Palermo. I due, davanti a un notaio di Massa Carrara (che è stato sanzionato dalla Dia per la violazione alla normativa antiriciclaggio) avevano simulato il trasferimento attraverso una vendita fittizia del terreno per una somma dichiarata di 30 mila euro, valore molto inferiore al reale. Il terreno, che si trova nel quartiere Tommaso Natale-Cardillo a Palermo, era di importanza strategica per la famiglia mafiosa che avrebbe voluto trasformarne la destinazione d'uso da agrumeto a zona edificabile. L'imprenditore è stato filmato mentre cercava di recuperare le armi. Sono in corso accertamenti per verificare se siano state mai utilizzate per eventuali reati. Silvano è accusato di aver costituito un gruppo organizzato dedito al traffico internazionale di cocaina dal Sudamerica. In particolare, gli indagati sono accusati di aver operato tramite l'utilizzo della società di logistica del medesimo, con la complicità di Bomarsi, che avrebbe redatto la documentazione di copertura, e dei tra sudamericani che avrebbero agevolato l'importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall'Ecuador, già finanziati per oltre 600 mila euro, parte dei quali inviati in contanti ai fornitori attraverso canali di trasferimento illegali, gestiti da persone di nazionalità cinese residenti a Roma. I due carichi, attesi nel porto di Genova tra agosto 2022 e maggio 2023, non hanno mai raggiunto la destinazione per problemi di imbarco nel porto di Guayaquil, in Ecuador.

Ritrovati in un container pistole e 500 proiettili

Le indagini hanno portato anche al ritrovamento di quattro pistole e oltre 500 proiettili nascosti in un container utilizzato da una delle società logistiche, sotto la disponibilità di un imprenditore. Quest’ultimo è accusato di aver creato un'organizzazione dedita al traffico internazionale di cocaina proveniente dal Sudamerica. Inoltre, l’imprenditore è accusato di estorsione, poiché avrebbe minacciato di morte una persona per impedire la vendita di un immobile situato sulle alture di Genova, costringendola a firmare un contratto di comodato d’uso in suo favore. L’immobile sarebbe stato destinato a diventare un B&B, dal quale l’indagato avrebbe tratto guadagni esclusivi. I sei arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Genova Marassi, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.

 

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