Quarantotto o ventiquattro sono le ore che il registratore dei dati di viaggio, il Vdr - Voyage data recorder in inglese -, potrebbe custodire nella sua memoria digitale. Dati che estrapolati da esperti informatici restituiranno i dialoghi avvenuti in plancia sulla Seajewel la notte del 14 febbraio quando la petroliera Seajewel ha subìto un attentato davanti a Savona.
Il tracker mai spento durante il viaggio
Nessuna novità sul percorso della nave, invece, partita dal porto petrolifero di Arzew in Algeria e arrivata in Italia: durante il viaggio, secondo fonti investigative, il tracker non è mai stato spento e non sarebbe nemmeno stato oscurato in prossimità di zone di guerra dove lo spegnimento è obbligatorio. Sul giallo è stato aperta dal procuratore Nicola Piacente e dalla pm Monica Abbatecola, un'inchiesta per naufragio con finalità di terrorismo, delegando Digos e guardia costiera a indagare.
Analisi chimiche sul petrolio
L'ipotesi di un collegamento della Seajewel con la cosiddetta flotta fantasma russa, le navi che raggirano i dazi imposti dall'Europa sfruttando altri porti dopo l’invasione dell’Ucraina, potrebbe essere consolidata dall'analisi del petrolio. Dal laboratorio sono arrivati i primi dati sulla densità e, una volta concluse le analisi, si saprà se i petroli vengono da piattaforme africane - come dovrebbe essere - dall'Est Europa o dalla Russia.
Le verifiche sullo scafo della nave
Un ulteriore passo avanti sarà fatto grazie alla analisi dei due periti nominati dalla Procura di Genova, Federico Canfarini e l'ingegnere navale Alfredo Lo Noce. Una volta che la Seajewel, arrivata davanti alle coste greche otto giorni fa, entrerà nel bacino di riparazione gli artificieri valuteranno "la ferita" della nave, riuscendo a valutare tipo di esplosivo e potenza.
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