
Come i famosi calciatori della nazionale italiana Tonali e Fagioli, anche Armando Prisco, 28 anni, ex promessa del calcio genovese e del Genoa, è finito nel buco nero della schiavitù delle scommesse, della ludopatia. La notizia della rapina commessa dal giovane, rivelata da Primocanale, aveva subito fatto molto rumore, perché molto violenta.
Ludopatico come Fagioli e Tonali
Il retroscena della dipendenza dalle scommesse, già emerso durante le indagini della polizia, è stato confermato quasi in lacrime dallo stesso Prisco al suo legale, l'avvocato Mario Iavicoli, nell'incontro in carcere dopo l'arresto per una rapina a un'anziana a Pra' colpita alla testa e ferita in modo grave con una chiave inglese.
A identificarlo e arrestarlo eseguendo un ordine di custodia sono stati i poliziotti della squadra mobile arrivati a lui anche dal telefonino che gli è caduto in terra durante l'aggressione e una foto scattata da una abitante che ha assistito alla brutale aggressione. Gli agenti hanno agito nel modo più tempestivo possibile, per fermare quel rapinatore che si era dimostrato violento in eccesso e senza motivo.
"Chiedo perdono a quella donna"
Ora che è rinchiuso in una cella Prisco ha capito quanto grave sia stato il reato commesso, come ha spiegato al suo legale: "Chiedo perdono alla donna che ho aggredito e ai suoi familiari, quel giorno ero fuori di me perché avevo litigato con la fidanzata e aveva bisogno di soldi per le scommesse, ormai da anni il gioco è la mia droga".
In cura da anni al Serd della Asl
Rinchiuso nel carcere di Marassi con l'accusa di rapina aggravata, Prisco - si scopre ora - è già da tempo in cura al Serd della Asl3 per vincere la ludopatia che gli ha distrutto la vita e fatto buttare via l'opportunità di realizzare il sogno di fare il calciatore per professione, una meta che aveva già quasi raggiunto quando era ancora minorenne, con alcune convocazioni da terzo portiere nel Genoa, provando l'ebrezza di andare in panchina al fianco di campioni affermati e dell'allora mister rossoblu Giampiero Gasperini.
"Scommettevo su ogni cosa"
"La mia rovina è stata quando ho iniziato a scommettere su ogni cosa proprio mentre giocavo a calcio, non so perché, forse per noia" ha riferito al suo avvocato il ragazzo. La famiglia gli è sempre stata al fianco, in ogni modo: ripianando i suoi debiti, standogli vicino. Sempre.
Sognava di diventare Perin
La rapina che ha segnato la sua sconfitta è avvenuta l'11 febbraio in via Airaghi, a Pra': per strappare la collana all'anziana Armando l'ha colpita alla testa con una chiave inglese. Poi la fuga e, dopo poche settimane, sabato scorso, l'arresto. Il punto più basso da uomo, dopo essere scivolato indietro da calciatore, finendo in categorie inferiori, sino quasi a smettere di giocare. Adesso il ragazzone che sognava di diventare Perin sta provando a rialzarsi, con l'aiuto della famiglia e dei servizi sociali. Il primo passo, appena tornerà libero, dopo avere scontato la pena per quanto ha fatto, sarà quello di cercare di incontrare l'anziana che ha aggredito e ferito: "So che sta meglio, io ho bisogno di parlarle e chiederle scusa".
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IL COMMENTO
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