Ha chiesto di patteggiare la pena, poi, grazie anche a un'offerta di risarcimento alla parte lesa e una lettera di scuse tornerà libero Fares Kamel Salem Alshahhat, il ventunenne giovane egiziano che lo scorso autunno ha accoltellato il capotreno Rosario Ventura la cui unica colpa era stata quella di chiedere a lui e alla sua fidanzata di pagare il biglietto o scendere dal treno.
Il capotreno è tornato a lavorare
Il ferroviere da un mese è tornato a lavorare a bordo dei treni e al cronista che al telefono gli chiede come è stato tornare a lavorare si è limitato a poche battute, "tutto bene", poi ha fatto cadere la linea trincerandoisi dietro il silenzio, come aveva fatto anche dopo l'aggressione.
Di certo, come dicono i colleghi, Ventura è ancora molto provato per l'aggressione subita nella stazione di Rivarolo. Un accoltellamento che poteva costargli la vita e che gli ha lasciato oltre ad un grosso trauma anche una grossa cicatrice al torace dove è stato colpito più volte dal giovane egiziano, che era insieme alla fidanzatina, anch'essa indagata ma la cui posizione è poi passata al vaglio del tribunale dei minori.
La richiesta di patteggiamento all'esame del gip
La richiesta di patteggiamento sarà vagliata dal Gip Silvia Carpanini martedì prossimo.
L'istanza è stata presentata dall'avvocato Clemente Pallini, difensore dell'egiziano che ha preso il posto dell'avvocato Barbara Squassino che ha dismesso il mandato, al pubblico ministero titolare dell'indagine Sabrina Monteverde, che ha accettato.
Una lettere di scuse
L'egiziano ha anche inoltrato al ferroviere una seconda lettera di scuse, molto più dettagliata della prima inviata subito dopo l'accoltellamento, uno scritto in cui si dice molto dispiaciuto per quanto accaduto e non sa spiegare il perché del suo comportamento violento.
L'egiziano era senza biglietto
II fatto era accaduto a bordo di un regionale dove Fares era insieme alla fidanzatina, un ragazza minorenne di nazionalità italiana di origine nordafricana. Ventura ha raccontato che aveva chiesto ai due il biglietto, ma né Alshahhat, né la ragazza erano in possesso del titolo di viaggio, né volevano pagarlo.
Per questo alla stazione di Rivarolo erano stati fatti scendere. Ed è stato lì, dopo un'aggressione con sputi, calci e pugni da parte dei due, che il capotreno è stato colpito al fianco e al braccio dalle coltellate di Alshahhat rimanendo a terra in attesa dei soccorsi, mentre la coppia fuggiva, prima di essere rintracciata dai carabinieri grazie alla descrizione fornita dai passeggeri del treno. Ventura era stato trasportato al Villa Scassi dove gli erano state riscontrate ferite poi suturate con diciotto punti.
I due ragazzi per difendersi avevano detto che il capotreno li aveva minacciati con un manganello.
Prevista una pena sotto i tre anni
Fares, accusato di lesioni e interruzione di pubblico servizio, grazie al patteggiamento, che dovrebbe prevedere una pena sotto i tre anni, potrà subito tornare in libertà.
Domiciliari revocati perchè senza una casa
Dal giorno dell'arresto da parte dei carabinieri il ventenne è sempre rimasto in una cella del penitenziario di Marassi sino ad alcune settimane fa, quando, grazie all'ospitalità di alcuni amici, ha potuto godere degli arresti domiciliari. Arresti poi interrotti perché una delle persone che lo ospitava ha poi revocato la sua disponibilità ad accoglierlo. Il giovane è così tornato nel carcere di Marassi.
Un caso nazionale con polemiche e uno sciopero
Il brutale accoltellamento del capotreno genovese, Rosario Ventura abita con la famiglia al Cep di Pra', aveva innescato una serie di polemiche politiche a livello nazionale e fatto scattare un immediato sciopero dei ferrovieri che avevano incrociato le braccia in tutta Italia per chiedere più sicurezza a bordo dei treni per i ferrovieri e per i passeggeri.