Cronaca

La triste storia della donna magrebina accampata da un mese davanti a palazzo di giustizia. Il giudici le hanno spiegato che non ci sono le condizioni per riaffidarle i due bambini, ma le non si arrende, "perizie fasulle e mafie contro di me"
1 minuto e 9 secondi di lettura
di Miv
I giudici le hanno tolto due figli perché le sue condizioni psicofisiche non sarebbero adeguate per gestirli. Ma lei, una mamma magrebina, non si arrende e da un mese si è accampata davanti al tribunale per chiedere di riaverli. Non è servito neppure che un giudice dopo averla ospitata nel suo ufficio, le spiegasse che le relazioni degli assistenti sociali, non lasciavano dubbi: lei non è in grado di gestire i figli.

La donna, che vive con il marito nel ponente di Genova, espone un lenzuola su cui accusa "la mafia terrorista dei bambini ha rubato i miei figli" puntando l'indice anche i tribunale dei minorenni "per avere falsificato i i referti per toglierle i due bambini".

Gli assistenti sociali che si occupano della vicenda per conto del tribunale dei minori hanno verificato in ogni modo come aiutare la donna, ma non è facile perché il primo obiettivo rimane la tutela dei bambini.

Un dramma difficile da affrontare e pure da raccontare quello della mamma magrebina.

Il personale che gravita attorno a palazzo di giustizia, gli avvocati, gli addetti alla portineria, le forze di polizia, gli impiegati, i cancellieri, tanche i magistrati e i giudici, così ogni mattina quando vedono quella donna, quella mamma che, sotto il sole e sotto la pioggia, chiede disperatamente di riavere i figli provano un senso di tenerezza e di disagio, perché si sentono impotenti per non poterla aiutare.

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