Si svolgerà sabato alle 11.30 il saluto laico al giornalista Roberto Pettinaroli morto durante un'escursione in canoa nel mare del Tigullio: amici e colleghi e familiari potranno stringersi e raccontare un proprio ricordo alla moglie Arianna e alla figlia Erika nella Società Economica di Chiavari.
La famiglia ha invitato a non portare fiori ma effettuare offerte in favore del Comitato Assistenza Malati del Tigullio o dell’Istituto per il Baliatico.
Roberto, lavagnese trapiantato a Chiavari, aveva 62 anni e aveva iniziato a fare il giornalista a sedici anni come corrispondente de Il Lavoro e poi de Il Secolo XIX, dove è stato responsabile dell'edizione del Levante di Chiavari sino al febbraio dello scorso anno, quando è andato in pensione. Ma non ha avuto il tempo di assaporarla, di viverla.
È morto in mare Roby mercoledì scorso, nel mare che tanto amava durante un'escursione in canoa da Chiavari verso Portofino, uno sport che aveva praticato da giovane e che aveva ripreso con continuità da quando era in pensione. Dopo l'allarme lanciato dalla figlia in ansia perché alle 13 non era ancora rientrato, il corpo di Roberto è avvistato fra le onde da un pescatore e recuperato dalla Capitaneria di porto davanti a Santa Margherita: impossibile stabilire le cause della tragedia. Forse Roberto è stato tradito dal vento e dalle correnti, forti nonostante la bella giornata di sole, forse a ucciderlo è stato un malore.
Di certo Roby, a giudicare dall'infinito numero di messaggi di cordoglio sui social e giunti ai familiari, ha seminato e lasciato una montagna di amore, Roby che ora aveva imparato a gustare ogni minuto libero della vita nonostante l'avesse quasi interamente dedicata a un lavoro che di tempo ne lascia poco. Uno dei suoi tratti che conquistava era il sorriso: Roby quando incontrava un amico o anche solo un conoscente sorrideva, e gli amici ora lo ricordano così, con un sorriso. Alla famiglia e alla piccola grande redazione del Secolo XIX del Levante di Chiavari anche il sincero abbraccio della redazione di Primocanale.
La famiglia ha invitato a non portare fiori ma effettuare offerte in favore del Comitato Assistenza Malati del Tigullio o dell’Istituto per il Baliatico.
Roberto, lavagnese trapiantato a Chiavari, aveva 62 anni e aveva iniziato a fare il giornalista a sedici anni come corrispondente de Il Lavoro e poi de Il Secolo XIX, dove è stato responsabile dell'edizione del Levante di Chiavari sino al febbraio dello scorso anno, quando è andato in pensione. Ma non ha avuto il tempo di assaporarla, di viverla.
È morto in mare Roby mercoledì scorso, nel mare che tanto amava durante un'escursione in canoa da Chiavari verso Portofino, uno sport che aveva praticato da giovane e che aveva ripreso con continuità da quando era in pensione. Dopo l'allarme lanciato dalla figlia in ansia perché alle 13 non era ancora rientrato, il corpo di Roberto è avvistato fra le onde da un pescatore e recuperato dalla Capitaneria di porto davanti a Santa Margherita: impossibile stabilire le cause della tragedia. Forse Roberto è stato tradito dal vento e dalle correnti, forti nonostante la bella giornata di sole, forse a ucciderlo è stato un malore.
Di certo Roby, a giudicare dall'infinito numero di messaggi di cordoglio sui social e giunti ai familiari, ha seminato e lasciato una montagna di amore, Roby che ora aveva imparato a gustare ogni minuto libero della vita nonostante l'avesse quasi interamente dedicata a un lavoro che di tempo ne lascia poco. Uno dei suoi tratti che conquistava era il sorriso: Roby quando incontrava un amico o anche solo un conoscente sorrideva, e gli amici ora lo ricordano così, con un sorriso. Alla famiglia e alla piccola grande redazione del Secolo XIX del Levante di Chiavari anche il sincero abbraccio della redazione di Primocanale.