GENOVA-Deciderà fra tre settimane esatte, ossia il 7 aprile, il giudice dell'udienza preliminare Paola Faggioni sul rinvio a giudizio dei 59 imputati e i patteggiamenti richiesti da Autostrade e Spea per il crollo di ponte Morandi.
Nell'udienza di oggi nella tensostruttura di palazzo di giustizia hanno replicato i pubblici ministeri Terrile e Cotugno e alcuni avvocati difensori degli imputati, l'ultimo dei quali è stato stoppato dai pm che ha rinviato tutto appunto al 7 aprile.
Tre settimane di tempo per decidere non sono pochi, a conferma di quanto sia delicato il compito del giudice Faggioni.
Impossibile per ora stabilire quando potrebbe iniziare il processo: fra le ipotesi quelle di fine giugno.
Fra i temi discussioni nell'udienza di oggi l'uso dei software che permette di accedere alle perizie, l'accesso agli atti e i tempi per la difesa per la loro consultazione.
Sono 59 le persone imputate per il disastro avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone.
Le due società indagate Autostrade per l'Italia e Spea nell'udienza di martedì 15, a sorpresa, hanno chiesto di patteggiare versando circa 30 milioni di euro, 27 dei quali sono la somma che avrebbero speso per mettere in sicurezza le due pile di Ponte Morandi crollate che hanno causato della tragedia.
Le accuse, a vario titolo, mosse ai 59 imputati sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Da quanto emerso nel corso delle indagini del primo gruppo della guardia di finanza, buona parte degli indagati erano consapevoli che il ponte aveva lacune strutturali e sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla per impedirlo. Tutto per spendere meno possibile visto che la manutenzione del Morandi spendevano poco più di 15 mila euro all'anno. Un disservizio, come hanno detto i pm, finalizzato a garantire maggiori dividendi da distribuire ai soci.
L'udienza preliminare è iniziata a ottobre e proseguita fino a oggi, 17 marzo. I pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno hanno parlato per 11 giorni.
(Notizia in aggiornamento)