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Cronaca

Il viaggio di Primocanale nel grande cantiere vitale per scongiurare alluvioni bloccato dall'antimafia per presunte infiltrazioni
2 minuti e 6 secondi di lettura
di Michele Varì
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GENOVA -Qualche problema con le scadenze degli stipendi, altre voci non chiare sulle buste paghe e poi lavori a rilento, molto a rilento, con solo il 6% delle opere realizzate del progetto in due anni, e pochi operaio al lavoro, 50 al posto degli oltre cento previsti. La talpa che deve scavare lo scolmatore di quasi dieci metri di diametro? E' ancora in Cina, in ritardo di mesi, come tutti i lavori.

Aldilà delle possibili infiltrazioni mafiose ipotizzate da un'inchiesta della procura di Salerno il Research Consorzio Stabile Scarl ossia "Costruire per Genova" titolare del cantiere dello scolmatore del Bisagno, un'opera da 161 milioni, l'opera più importante del secolo per quanto riguarda la prevenzione delle alluvioni a Genova, non era proprio un modello da prendere ad esempio.

La fotografia delle aziende degli imprenditori finiti sotto la lente dell'Antimafia arriva dai referenti dei sindacati che tutelano i cinquanta lavoratori impegnati in Valbisagno, di questi 15 sono genovesi, come da accordi fra sindacati e Enti locali.

Il futuro del consorzio d'imprese adesso è appeso al ricorso al Tar della Campania. Ma intanto l'appalto di Genova è perso, interdetto dalla prefettura di Salerno. Dietro l'angolo spunta già la possibilità che possa subentrare la ditta arrivata seconda nella gara d'appalto.


Primo passo di questo nuovo scenario è la richiesta di tutti i sindacati di un tavolo con la prefettura di Genova per rendere meno enigmatico il futuro dei cinquanta operai: martedì, subito dopo Pasquetta, intanto nel cantiere ci sarà un'assemblea fra lavoratori e sindacalisti e forse referenti delle ditte.



Fra le tante incognite aldilà del ritardo di un'opera essenziale per prevenire altri tragici alluvioni in caso di precipitazioni piovose importanti, quella della messa in sicurezza dello stesso cantiere, come ha sottolineato a Primocanale Piergiorgio Malfatti, osservatore del cantiere con casa in via Merello, uno che conosce meglio di tanti l'area di lavoro aperta fra via Emilia e via Adamoli.

 "Il grande cantiere bloccato dall'antimafia - spiega Malfatti - potrebbe diventare un problema in caso di abbondanti piogge, fra l'altro prevedibili vista la scarsità di precipitazioni degli ultimi mesi. Sul greto del Bisagno ci sono macchinari e materiale che devono essere al più presto rimossi e messi in sicurezza".
Stessi appunti sottolineati dal presidente del Municipio Media Valbisagno Roberto D'Avolio: "Questo cantiere deve essere riaperto al più presto" avverte, "perchè sta creando grandi disagi ad abitanti e commercianti della zona".

Massimo Ferrante, presidente del Municipio Bassa Valbisagno, professione architetto, esperto in opere idrauliche anti alluvioni, mette sull'avviso sui rischi idrogeologici: "Quanto è accaduto è molto grave, la città senza lo scolmatore del Bisagno è più vulnerabile".




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