Oltre a panorami unici, talvolta sconosciuti agli stessi liguri, ogni mercoledì sera la trasmissione di Primocanale, dedicata a turismo e territorio, offre ricette, presentazioni di prodotti d’eccellenza e innumerevoli storie umane come cartolina rivolta al mondo per una bellezza locale senza eguali. Nel percorso ultra decennale di Viaggio in Liguria, molteplici battaglie: la salvaguardia delle botteghe di commestibili d’altura, la vicinanza agli ultimi allevatori, la sensibilizzazione al giusto valore di quanto approda sulle tavole.
Il format, anche a luglio, non è andato in vacanza. Dunque, nelle settimane estive prosegue il solco della tradizione, ma in scaletta emergono anche discussioni da ombrellone. E mica soltanto quello da spiaggia. La questione affrontata in modo leggero, non senza riflessioni più profonde, infatti, già dalla puntata di mercoledì 20 luglio ore 21, riguarda l’entroterra.
Il dibattito scaturisce dall’installazione, ormai frequente in più paesi dell’appennino, di grandi panchine colorate sistemate in posizioni paesaggisticamente pregevoli. In modo inconsueto, così, si dividono le visioni del conduttore Gilberto Volpara (a favore) e del Cucinosofo, Sergio Rossi (contrario). A seguire, le rispettive posizioni.
PRO – “Al netto dell’evitabile trovata di ricorrere sempre e comunque agli inglesismi, come è stato anche questa volta per le cosiddette Big Bench, va riconosciuto al circuito il merito d’aver creato curiosità su località spesso dimenticate. Oltre al semplice interesse della scoperta, veri e propri percorsi, tra una maxi panchina e l’altra, con la possibilità di timbri rilasciati dalle attività commerciali (bar, trattorie) più adiacenti all’installazione provano a vivacizzare un entroterra troppo spesso lasciato al proprio destino. Poco originali? Forse, ma almeno qualcosa si muove. E in ogni paese si risveglia il senso di comunità con un’opera realizzazione esclusivamente dal volontariato locale”.
CONTRO – “Il dilagare delle panchine giganti dimostra che al pubblico l’idea è piaciuta. Da un progetto locale legato alla creatività del designer americano Chris Bangle e della moglie Catherine, da anni residenti a Clavesana, in Piemonte, si è passati a un respiro nazionale con nuove installazioni che dal 2010 a oggi hanno superato le 230 unità. I miei dubbi non riguardano l’idea in sé ma il moltiplicarsi delle installazioni. Inoltre, in un tempo in cui ci si affanna a celebrare la diversità in ogni sua forma, immaginare il profilo dei monti punteggiato dalle panchine giganti, credo sia il più triste dei presagi, peraltro, manifestato chiaramente in una immagine del sito dedicato al progetto (vedi foto)”.
E voi come la pensate?