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Cultura e spettacolo

La mostra "Domenico Parodi. L'Arcadia in giardino", gli agapanti in fiore nel giardino e l'apertura straordinaria al pubblico del secondo piano nobile: ecco perché visitare Palazzo Lomellino nel weekend
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di Silvia Isola
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GENOVA - Gli affreschi di Domenico Parodi al secondo piano nobile di Palazzo Lomellino saranno visitabili eccezionalmente questo weekend: un'apertura straordinaria di quegli spazi - privati e solitamente chiusi al pubblico - che l'artista tardo barocco impreziosì nei primi anni del Settecento. "Bacco che regge la corona di Arianna" (nella foto) è soltanto il culmine di una visita che prende l'avvio dallo straordinario ninfeo, sempre ad opera di questo poliedrico artista, che sempre attrae turisti e cittadini di passaggio in via Garibaldi 7. Ma poi si prosegue all'interno, con la mostra "Domenico Parodi. L'Arcadia in giardino", curata da Laura Stagno e Daniele Sanguineti. L'allestimento è particolarissimo, poiché le tele, i bozzetti, i progetti e le sculture di Parodi sono circondate da una tappezzeria di foglie. La natura entra dentro gli ambienti del palazzo, con fiori colorati e tappeti con decorazioni che rimandano alla primavera. Un allestimento scenografico ideato da Guido Fiorato, direttore dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, che è anche ecosostenibile, visti i materiali riciclati o riciclabili utilizzati. 

Palazzo Lomellino, ecco la mostra "Domenico Parodi. L'Arcadia in Giardino" - TUTTE LE INFO

L'appuntamento da non mancare è quindi per sabato 23 e domenica 24 luglio, dalle 11 alle 19. La mostra terminerà il fine settimana successivo, il 31 luglio, ma in questo periodo c'è ancora un motivo in più per visitare lo straordinario gioiello iscritto negli elenchi dei Rolli. Nel giardino, uno splendido 'angolo di verde' racchiuso tra i palazzi di Strada Nuova, sono in fiore gli agapanti, dal colore blu, che impreziosiscono l'esperienza unica di questo weekend. 

Ma tornando all'apertura del secondo piano nobile, si potrà accedere alla sala di Giove con gli affreschi di Antonio Boni e la sala di Diana che raccoglie dipinti di Marcantonio Franceschini e il quadraturista Tommasi Aldrovandini. Queste stanze non sono normalmente aperte ai visitatori. Nel salone centrale l’affresco “Bacco che regge la corona di Arianna” rappresenta il dio del vino seduto su una nuvola, accompagnato dalle pantere che secondo la mitologia trainavano il suo carro, che tiene in mano un diadema d’oro, dono di nozze della sua sposa Arianna, figlia del re Creta, Minosse. Intorno al riquadro principale aperto sul cielo azzurro, le quadrature architettoniche, gli stucchi e i medaglioni: un insieme che trasforma la sala quasi in un unico apparato teatrale, dove l’architettura reale continua in quella dipinta, e quindi si trasforma in finta scultura o in elementi naturali, testimoniando la duplice esperienza di pittore e scultore di Domenico Parodi.

 

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