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Cultura e spettacolo

1 minuto e 6 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Oggi ricordiamo la più grande fiaba natalizia della storia del cinema, il film di Natale per eccellenza. Diretto da Frank Capra, uno dei registi più importanti dell'epoca d'oro di Hollywood (origini italiane, era nato a Bisacquino, in provincia di Palermo), 'La vita è meravigliosa' uscì nelle sale proprio durante le feste del 1946. Per i pochi che non lo sapessero è la storia di Clarence, un angelo di seconda categoria, senza ali, che è di turno la notte di Natale quando viene chiamato a salvare la vita di George Bailey (James Stewart), un uomo che vuole suicidarsi perché la sua piccola società è sull’orlo del fallimento e lui ha paura di essere ritenuto responsabile di un ammanco di soldi di cui è innocente. Se ci riuscirà otterrà le ali che aspetta da troppo tempo: duecento anni e in cielo si comincia a mormorare.


Siamo chiaramente dalle parti della favola, una favola agrodolce ma sicuramente non banale, una parabola universale che sotto una cornice leggera affronta temi complessi e delicati. Un racconto entrato nell’immaginario collettivo capace ancora oggi di ispirare nuove generazioni di registi. Ho scelto di mostrare il finale del film che contiene due momenti importanti: il biglietto che Clarence lascia a George Bailey e il suono di una campanella il cui significato è spiegato dalla figlia di Stewart.