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Cultura e spettacolo

Intervista al sottosegretario alla cultura a Palazzo Ducale che ha visto dal vivo l'opera sotto indagine. "Io non la comprerei mai. Genova ha già un bel Rubens ed è alla Chiesa del Gesù"
3 minuti e 23 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - Una visita estremamente accurata quella del sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi alla mostra "Rubens a Genova", con un incontro a tu per tu con l'opera posta sotto sequestro che tanto ha agitato la cronaca delle ultime settimane. Il "Cristo risorto appare alla madre" è finito sulle prime pagine nazionali e ha destato anche l'interesse della critica internazionale. Oggi il noto storico dell'arte ha potuto visitare di persona la mostra e l'opera oggetto di indagini, prima rimossa e poi restituita all'allestimento mediante l'escamotage di una finestra attraverso la quale i visitatori potranno ammirare il quadro attribuito a Rubens e bottega fino al 5 di febbraio. 

Genova, il Rubens sequestrato torna alla mostra al Ducale - LA DECISIONE

Secondo Sgarbi l'opera di per sé non ha un grande valore artistico "lo definirei simpatico, non bello. Un po' come se fosse una donna", commenta con la sua solita verve. La scelta dei curatori della mostra Anna Orlando e Nils Büttner, presidente dell'istituto Rubenianum di Anversa, era stata quella di collocarla in una sala dossier a conclusione della mostra, proprio per la sua peculiarità: durante una radiografia al dipinto, è riaffiorata una seconda figura di Maria e in sede di restauro si è deciso di mantenere entrambe le Vergini che gli studiosi, dopo attente analisi, attribuiscono entrambe alla mano del maestro fiammingo, mentre il Cristo sarebbe stato realizzato dai collaboratori. Una storia interessante e svelata al pubblico in una Sala del Maggior Consiglio gremita di curiosi e appassionati. Il sottosegretario punta il dito anche sulle indagini, a suo dire poco fondate

"Nessuno può rivendicare d'aver perduto questo quadro semplicemente perché non c'era prima. Non è come un Caravaggio trafugato che prima c'era e poi qualcuno lo ha fatto sparire, è un quadro che non esisteva e che è stato dichiarato Rubens soltanto in un momento successivo. Bisognerebbe premiare chi ha fatto quest'operazione, non punirlo. E sì, quest'opera è un Rubens e bottega, che io comunque non mi comprerei"

Il caso è complesso e riguarda tutti i passaggi di proprietà del dipinto che prima era in possesso di una nobile famiglia genovese, Cambiaso, che poi lo avrebbe ceduto per 350 mila euro ai due collezionisti dei quattro indagati, i quali sono accusati di aver esportato illecitamente l'opera all'estero, creando società fittizie e cercando di farla svalutare come 'scuola fiamminga' per poterla poi rivendere fuori dal confine italiano. Secondo gli inquirenti, l'attribuzione a Rubens era nota ma attraverso documenti falsi si è cercato di celare questo aspetto. C'è però poi tutto il tema che per artisti importanti come Rubens sia necessario che una attribuzione avvenga da studiosi riconosciuti a livello internazionale. "Il reato per me non sussiste, quest'opera prima non era un Rubens e dichiararla di scuola fiamminga non è errato. Anche Giotto è scuola toscana", dice Sgarbi a margine della conferenza a Palazzo Ducale. "Analizzeremo le carte dei magistrati", commenta arrivando anche a dire che "il ministero potrebbe presentarsi come parte civile a favore di quel privato che per me è il legittimo proprietario". 

Rubens sequestrato, Sgarbi: "Provvedimento frutto di errore" - IL PARERE

"Anche perché condivido le argomentazioni di uno dei quattro coinvolti che ha commentato se io volevo trafugarlo non lo portavo a Palazzo Ducale in mostra"

Soltanto la Procura di Genova potrà far luce sulla vicenda, anche se è plausibile che il quadro resti in Italia, sia che rimanga di proprietà del collezionista che l'ha prestato per l'esposizione sia che invece venga ridato allo Stato. Ad ogni modo Sgarbi ha detto che Palazzo Ducale e Genova sono sfortunate, dopo il caso Modigliani che comunque il sottosegretario pensa siano "tutti buoni, per la seconda volta viene umiliata la città per qualche guerriglia locale". Ma Sgarbi ritiene che Genova un Rubens di straordinario valore lo abbia già.

"Il più grande patrimonio della Liguria è quel quadro di Rubens nella Chiesa del Gesù, "La Circoncisione", che da solo vale tutta l'opera di Rubens e che verrà restaurato grazie alla Regione proprio in questo 2023"

 

Cultura, 22 milioni per la Liguria: accessibilità di Palazzo Ducale e musei. E Regione restaura un Rubens - INVESTIMENTI

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