GENOVA - Un salto nella Genova ai tempi di Rubens, la Genova che nel pieno del suo secolo d'oro, tra commissioni, scambi e mecenatismo era al centro del mondo culturale e che con il Medio Oriente aveva una fitta trama di contatti continui. A testimoniarlo le due mostre allestite all'interno dei Musei di Strada Nuova che saranno visitabili fino al 12 febbraio 2023 e che si inseriscono nella rete "Genova per Rubens. A Network", il progetto ideato e curato da Anna Orlando, la serie di iniziative attorno alla mostra in corso a Palazzo Ducale dedicata all'artista fiammingo che nel suo viaggio in Italia si innamorò della nostra città e lavorò molto per le famiglie genovesi.
A Palazzo Rosso, in particolare, è possibile visitare I Magnifici Tappeti Sanguszko, definiti "I tappeti più belli del mondo", posti in dialogo con le opere del primo piano del museo che da giugno ha riaperto al pubblico dopo tre anni di lavori. L'occasione è più unica che rara, in quanto sono riuniti qui 8 dei 14 tappeti Sanguszko tra cui uno di proprietà dell'Instituto Valencia de Don Juan di Madrid recentemente restaurato, che raramente si trovano tutti insieme nello stesso posto, dato che si trovano esposti in diversi musei nel mondo. Gli altri sei, per dare un quadro completo di questa tipologia, sono presentati sotto forma di riproduzioni in formato 1:1.
La mostra celebra inoltre la memoria di Alessandro Bruschettini a poco più di un anno dalla sua scomparsa. Uno straordinario genovese, illuminato industriale farmaceutico, ma soprattutto un amante della cultura a 360 gradi con una particolare predilezione per l’arte islamica e orientale: la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica ha deciso di rendergli omaggio con l'allestimento di queste due esposizioni. "Alessandro, straordinario genovese industriale farmaceutico e collezionista d’arte, promosse diverse iniziative in Italia e nel mondo: l’ultima fu il restauro di uno dei tappeti Sanguszko, proprietà dell'Instituto Valencia de Don Juan di Madrid", racconta a Primocanale il curatore Michael Franses.
"Questa mostra da tempo era nei piani di Alessandro, poi c'è stato prima il Covid e dopo la sua scomparsa, ma the show must go on e abbiamo voluto rendergli omaggio così"
Splendido il colpo d'occhio entrando nelle sale dove i tappeti originali illuminati spiccano con la loro bellezza e i motivi floreali, gli animali, gli intarsi di vita naturalistica e che richiamano le nature morte, i paesaggi e lo sfondo dei ritratti esposti alle pareti. Tra le immagini 'simbolo' quella de "La cuoca" che osserva un po' lo spettatore e un po' il nuovo gioiello persiano collocato proprio sotto al suo sguardo.
In stretto collegamento con l’iniziativa di Palazzo Rosso, Palazzo Bianco ospita la mostra dal titolo “Figure persiane. Rubens, i Genovesi e l’arte Safavide”, curata da Loredana Pessa. L’esposizione intende testimoniare lo stretto rapporto e l’influenza che altre espressioni artistiche contemporanee, quali l’arte tessile e le arti del libro, hanno avuto sulla produzione di tappeti e – nel contempo – indagare un aspetto meno noto del grande pittore fiammingo: il suo interesse per l’arte persiana, testimoniato da alcuni disegni e dai manufatti raffigurati nei suoi dipinti, che nel percorso espositivo sono affiancati da una serie di preziose miniature e di tessuti safavidi databili tra XVI e XVII secolo. Oggetto dell’itinerario sono infatti una serie di preziose opere persiane di epoca safavide, databili al XVI e agli inizi del XVII secolo, per la prima volta offerte all’ammirazione del pubblico italiano.
Felice di questa doppia iniziativa che va ad arricchire il panorama culturale della città è il sindaco Marco Bucci che commenta: "Fare rete funziona e lo testimoniano tutte le iniziative che stiamo vedendo fiorire in città attorno a Rubens: questo è il modo di lavorare che dobbiamo adottare di qui in avanti per valorizzare tutti gli eventi e gli appuntamenti culturali che abbiamo, così come accadrà con la finale di Ocean Race che si abbina al capolavoro di Van Gogh che sarà esposto quest'estate a Palazzo Ducale".
IL COMMENTO
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