CAMOGLI - Su il sipario al Teatro Sociale di Camogli per quello che è un cult tutto ligure: "I maneggi per maritare una figlia" tornano da dove sono partiti sabato 24 settembre alle ore 21, domenica 25 alle ore 17 e martedì 26 sempre alle 21. La produzione di successo del Teatro di Camogli, che ha registrato sempre sold out anche al Teatro Nazionale di Genova o al Festival di Nervi, torna 'a casa' prima di ripartire per una tournée che toccherà da Monterosso a Ventimiglia diverse tappe lungo tutta la Liguria. E questo spettacolo mette insieme la tradizione di un grande, come Gilberto Govi, con l'innovazione di un'altra bandiera ligure - o Croce di San Giorgio, vista l'onorificenza di Regione Liguria - Tullio Solenghi. Con lui sul palco la straordinaria Elisabetta Pozzi e giovanissimi attori che portano in scena il dialetto genovese.
"Monterosso, Diano Marina, Sanremo e Bolzaneto: quest'anno la seconda edizione del nostro festival Govi si apre con un vero e proprio tour, grazie a Regione Liguria che ha sostenuto la distribuzione di questo spettacolo"
Entusiasta il sovrintendente e direttore artistico del teatro, Giuseppe Acquaviva, che per questa prima parte di stagione fino a dicembre ha messo su un programma da quasi 50 appuntamenti. Ma fiore all'occhiello sono i "Manezi", che a due settimane di distanza hanno fatto tutto esaurito nelle date previste. Un successo che non è comune al teatro dialettale, tradizione che purtroppo si sta perdendo perché manca il ricambio generazionale tra le file della platea.
"È un segreto di cui non ci rendiamo conto, neanche noi pensavamo di avere il successo che stiamo avendo. Credo che il dialetto sia non soltanto un modo di parlare, ma è l'anima di un popolo"
Così Tullio Solenghi a Primocanale, felice per quanto riscontro positivo questo allestimento abbia già riscosso. "Ritrovare nell'era di Tik Tok il gusto di rivisitare il nostro modo di parlare e il nostro accento, la nostra cucina, credo che sia una cosa salutare nella quale si ritrovano di sicuro le persone della mia generazione che hanno visto Govi quando erano bambini come me in televisione ed eravamo abbagliati da questo genio assoluto della scena".
Ed è stato proprio l'incontro folgorante con la maschera di Govi, nella cornice dei parchi di Nervi, a incantare un Tullio bambino e a farlo innamorare del mestiere dell'attore. "C'è un grande passaparola per cui la gente viene: questo non è soltanto uno spettacolo, è una sorta di rito collettivo. Ci sono battute che quasi le diciamo insieme coralmente col pubblico". Una compagnia affiatata quella che si è venuta a creare, capace di interpretare anche questo incontro tra generazioni che il teatro da sempre e per sempre rende più efficace di qualsiasi altra forma di spettacolo.
"E vi do uno scoop, fare Govi è più difficile di recitare Amleto"