GENOVA - Con la lingua italiana è stato subito amore per Jhumpa Lahiri, scrittrice che ha ottenuto con la sua prima raccolta di racconti brevi, "L'interprete dei malanni", il premio Pulitzer nel 2000, e che ha accettato l'invito della capitale italiana del libro 2023, Genova. Così si è raccontata, in un dialogo con la scrittrice Ester Armanino, attraverso le sue parole interpretate da Silvia Pellizza, allieva della Scuola di Recitazione Mariangela Melato del Teatro Nazionale di Genova. Ad accoglierla a Palazzo Ducale una Sala del Minor Consiglio gremita di appassionati lettori.
La sua, del resto, è una storia fuori dal comune: nata a Londra da genitori bengalesi e cresciuta negli Stati Uniti, dove ha insegnato a Princeton ed è attualmente direttrice del programma di scrittura creativa al Barnard College della Columbia University, nel 2015 ha deciso di adottare nei suoi libri la lingua italiana. Una scelta che per lei è stata una vera e propria "metamorfosi", come è "Metamorfosi" l'opera a cui sta lavorando, una traduzione in lingua inglese dell'opera monumentale di Ovidio. Galeotto, del resto, fu proprio il latino per la scrittrice, che una volta studiato le ha permesso di avvicinarsi all'italiano. E ora è proprio l'italiano ad aiutarla in quella che è una sfida complessa della traduzione ovidiana.
"Sto affrontando quest'opera con molta pazienza, visto che è un libro immenso e ci vogliono anni e anni per un risultato soddisfacente", spiega a Primocanale. Ogni lavoro, del resto, per lei è un po' come se fosse una nuova storia d'amore, per cui lo porta a termine come se fosse la prima volta. E Jhumpa Lahiri è prima di tutto una gran lettrice, "amo i libri, credo che siano già una tecnologia perfetta: mi piace averli tra le mani, sfogliarli, sentire il rumore delle pagine. Ma so che il futuro riserverà nuovi strumenti, anche nell'ottica di contrastare il consumo della carta nel rispetto dell'ambiente, cosa che comprendo". Ai giovani aspiranti scrittori, in ogni caso - che sia sulla carta o su un ebook - consiglia di leggere prima di tutto, dato che è soltanto attraverso la lettura che "si può capire il mondo e tutte le sue prospettive". E nonostante fosse la sua prima volta a Genova, ne è subito rimasta affascinata.
"Una città bellissima, intima, ricca di contraddizioni, c'è tanta bellezza e amo la presenza del mare, così come il buon cibo"
A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Genova, Marco Bucci, che ha tenuto a ricordare come siano stati "più di 200 gli eventi che abbiamo realizzato dalla nomina a capitale del libro, tra incontri, fiere, mostre ed approfondimenti. Da qui a fine aprile, contiamo ancora un centinaio di iniziative". Il primo cittadino ha inoltre raccontato che in molti autori genovesi quest'anno si siano fatti avanti, alcuni pubblicando anche per la prima volta. Un bello stimolo, oltre che un'opera di rivalorizzazione degli autori genovesi, che è destinato a continuare.
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Presente anche la neo direttrice di Palazzo Ducale, Ilaria Bonacossa, che ha sottolineato come le opere di Lahiri siano oggi di grande attualità poiché descrivono "gli esseri umani nella loro condizione di nomadi, protesi ad appartenere ai luoghi dove vivono: la scelta della scrittrice di imparare l'italiano e vivere a Roma è proprio l'esempio di quel 'provieni da dove decidi di provenire'". E tra le prossime iniziative, Palazzo Ducale ospiterà proprio la Storia in Piazza, appuntamento fisso da ormai 13 anni, che avrà come sottotitolo proprio “Libro e libertà”. La rassegna è in programma dal 14 al 17 marzo.