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Cultura e spettacolo

Originariamente alto 12 metri d'altezza, oggi grazie al delicato riallestimento si è arrivati ad otto metri e mezzo. Un'opera imponente visitabile al Museo Diocesano che rappresenta un pezzo della storia medioevale della città
3 minuti e 13 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - Un restauro lungo 4 anni per il Monumento Fieschi ricostruito proprio come un 'puzzle': il Museo Diocesano festeggia il riallestimento di una delle testimonianze più importanti del Medioevo genovese, un monumento funebre che celebra il cardinale Luca Fieschi, genovese del 1270, nipote di papa Adriano V e pronipote di papa Innocenzo IV. Creato cardinale a soli trent’anni da Bonifacio VIII con il titolo di Santa Maria in via Lata, morì nel 1336 a Avignone. Il corpo fu riportato a Genova e sepolto nella cattedrale di San Lorenzo. E lì in una delle nicchie della cattedrale era stato realizzata quest'opera decisamente imponente per la città. Originariamente alto 12 metri d'altezza, oggi grazie al delicato riallestimento si è arrivati ad otto metri e mezzo.

L'intero restauro è stato diretto dall’architetto Giovanni Tortelli che ha curato l'intera ricomposizione. Una parte dei frammenti era esposta già da lungo tempo nel museo, dato che alcuni sono rimasti in cattedrale e i più piccoli ritrovati durante di restauri di fine Ottocento. Vennero prima portati al museo di Sant’Agostino e nel 1992 al Diocesano. I frammenti più importanti furono esposti mentre i più minuti erano chiusi in un deposito. Adesso i visitatori potranno ammirare il monumento così come era stato pensato o quasi. "Negli anni si era già tentato, soltanto graficamente, di ripensare il monumento. Una volta ritrovati un centinaio di frammenti di marmo, ci sembrava un peccato non poterli mostrare al pubblico", spiega il restauratore ai microfoni di Primocanale. "Per questo motivo, abbiamo messo in ordine e catalogato ogni pezzo, scegliendo cosa utilizzare e cosa no. Inoltre lo abbiamo ripulito. Originariamente era tutto dipinto, ma il tempo ne ha cancellato i pigmenti colorati". 

Genova medioevale, una città di torri: ne esistevano almeno 80 - LA RICERCA

A spiegare la valenza di questo intervento è stato il professore di storia medioevale dell'Università di Genova Clario Di Fabio, assieme a Paola Martini, conservatore del Museo Diocesano, che hanno illustrato il significato di questo monumento, un monumento parlante in un momento storico complicato per la città di Genova. Luca Fieschi, infatti, visse i rovesciamenti di potere tra guelfi e ghibellini, prima della consegna della città a Roberto D'Angiò, re di Napoli, che tra l'altro si fece realizzare un monumento funebre non troppo diverso da quello 'del Fiesco'. Alla presentazione è intervenuto anche Antonio Musarra, curatore del progetto Ianua, l'evento clou di Genova nel Medioevo, direttamente dall'università della Sapienza di Roma, che ha ricordato le tante iniziative che accompagneranno genovesi e non solo fino ad ottobre, quando dall'11 al 13 la città farà sfoggio del suo Medioevo in una tre giorni ricca di appuntamenti. 

"Fino ad oggi, ai nostri primi cicli di incontri abbiamo già superato le 10 mila presenze: segno del grande interesse dei genovesi volto a riscoprire la storia della città"

Un evento atteso, specialmente dopo che le telecamere di Primocanale Production con Mario Paternostro erano andate a 'sbirciare' quest'opera che rappresenta una delle principali 'restituzioni' alla città nell'anno che il Comune di Genova ha deciso di dedicare al Medioevo. 

Alessandro Barbero innamorato di Genova: "Sta tornando famosa in tutto il mondo" - L'INTERVISTA

Intanto Primocanale ha realizzato una serie di approfondimenti che a partire dal 15 aprile andranno in onda in tv e on demand sul sito primocanale.it, per conoscere meglio la storia del Medioevo di Genova, la vita in quei secoli che per la città furono tutt'altro che bui, le logge e le torri che ancora oggi vegliano sul nostro Centro Storico. Argomenti che - come hanno dimostrato il tutto esaurito al convegno "L'Impero di Genova" a Palazzo Ducale con lo storico Alessandro Barbero, ma anche ai primi cicli di incontri - destano grande interesse nei genovesi

 

 

 
 
 
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