GENOVA - Tutto pronto per la prima di Rigoletto che dal 13 di maggio al 22 è in cartellone al Teatro Carlo Felice: la storia del buffone di corte che cerca di proteggere – invano – la figlia Gilda dalle mire del Duca di Mantova è tra le più amate dal pubblico, anche grazie alla maestria di Giuseppe Verdi capace di cucire così bene musica e parola. "E' un'opera meravigliosa, ricca di passione. Già nel preludio si percepisce quello che doveva essere il titolo dell'opera 'La maledizione'. Il tema della maledizione è presente in tutta l'opera, ma niente spoiler visto che ci saranno tanti giovani tra il pubblico che magari non conoscono la storia". Per il maestro Jordi Bernàcer si tratta di un esordio sul podio dell'orchestra genovese. "Si tratta di un debutto che aspettavo con tanta ansia perché avevo avuto l'opportunità di lavorare con l'orchestra e col coro del Carlo Felice in Oman. Nel 2020 era previsto che io debuttassi al Carlo Felice con la produzione del 'Ballo in maschera', purtroppo come sappiamo il 2020 è stato un anno molto difficile per tutti, ma adesso siamo qua con tanta energia e soddisfazione".
Anche perché il cast è giovane e dinamico e porta in scena gli inganni machiavellici del Duca, la disperazione dell'antieroe Rigoletto spogliato di tutto, persino dell'amore di Gilda, e i sentimenti così alti e puri proprio della stessa Gilda. Ma per un debutto, c'è anche un grande ritorno: quello del maestro Rolando Panerai, grande baritono e regista italiano scomparso nel 2019, che dieci anni fa aveva curato la regia di quest’opera assieme a Vivien Hewitt. Sul palcoscenico oggi ritorna quello stesso allestimento che nove anni fa aveva fatto innamorare i genovesi, come racconta a Primocanale la regista che allora collaborò alla messa in scena.
"La peculiarità di questo allestimento è che è nato da dentro alla musica, Panerai amava molto la parola tanto che prima di questa produzione rilesse le 'Roi s'amuse' di Victor Hugo"
Le atmosfere, i costumi e persino il sipario faranno fare al pubblico un salto nel passato, facendo sentire lo stesso calore che si respirava ad una prima dell’Ottocento. "Panerai era stato al Teatro Margherita e al Carlo Felice dopo i bombardamenti a cantare", ricorda Hewitt.
"Venendo in questo teatro più nuovo, ma comunque sempre molto nel solco della tradizione, di una bellezza straordinaria chiese di utilizzare un sipario storico per dare il senso di entrare proprio nell'epoca in cui nacque Rigoletto"
L'effetto è sicuramente riuscito: il pubblico noterà appena entrato il sipario storico, un bel colpo d'occhio che ben si sposa con 'la piazza' su cui si affacciano finestre e balconi tipica del nostro teatro d'opera. Ma il calore sarà unico, dato che tantissimi giovani comporranno la platea, dalle scuole dell'obbligo fino all'università, così come sul palcoscenico con Enkeleda Kamani, Riccardo Zanellato, Caterina Piva, Simona Marcello. Amartuvshin Enkhbat, invece, sarà Rigoletto.