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Politica

Il movimento di Gianluigi Paragone punta al 4%, nonostante la legge elettorale "metta in difficoltà i piccoli partiti"
2 minuti e 8 secondi di lettura
di Silvia Isola

GENOVA - "Quando la causa è la stessa, si può collaborare anche mettendo da parte le differenze", commenta così il risultato elettorale di Uniti per la Costituzione che alle amministrative di Genova ha portato il senatore Mattia Crucioli a sedere nell'aula rossa di Palazzo Tursi il coordinatore ligure di Italexit Fabio Montorro. Ma quello che è successo a Genova è stato un unicum, dato che a livello nazionale ci saranno due coalizioni ben distinte: da una parte Italexit con l'Alternativa C'è e dall'altra parte il Partito Comunista, Conquistare l'Italia, Ancora Italia e gli altri, che si uniranno in un simbolo che si chiamerà Italia Sovrana e Popolare". 

"Chiaramente non sono loro i nostri avversari da battere, sarebbe molto importante per il paese magari non adesso, ma più avanti vederci insieme all'opposizione per il paese"

Italexit punta almeno al 4% con Gianluigi Paragone e sta preparando un ventaglio di candidati tra cui rientrerà anche Stefano Puzzer, il leader della protesta dei lavoratori portuali di Trieste e poi divenuto leader dei No Green Pass. Il movimento del senatore Paragone, fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle, è nato nel 2020 con l'obbiettivo di portare l'Italia fuori dall'Europa e ha come ideologie principali l'euroscetticismo, il sovranismo, ed in ambito commerciale ed economico è vicino al mercantilismo e alla forte difesa del made in Italy. Ma è durante il 2021 che in molti si sono avvicinati al movimento politico per le sue posizioni contro il Green Pass e il vaccino anti Covid obbligatorio. E per Montorro saranno i candidati a fare la differenza. "Le persone che presenteremo abbatteranno tutte le barriere tra Italexit e l'inclusione che avvicineranno moltissimi nuovi elettori".

 

C'è però come primo ostacolo per la corsa alle politiche da superare la raccolta firme. Per presentarsi in tutta Italia servirebbero almeno 73.500 firme. Tuttavia, con le elezioni in anticipo di oltre quattro mesi rispetto al normale termine della legislatura, il numero delle firme richieste viene dimezzato. Pertanto ne servono almeno 750 invece che 1500 per ogni collegio plurinominale. In totale, per presentarsi alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, in tutta Italia, partiti e coalizioni dovrebbero raccogliere almeno 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato. "Non sarà facile, con il taglio dei parlamentari aumenterà in parte lo sbarramento perché i voti a disposizione sono di più per meno candidati che aumenteranno di conseguenza le loro percentuali".

"Noi abbiamo pagato il prezzo di questo anche alla tornata delle amministrative, perché a Genova avevamo diritto ad alcuni posti all'interno dei municipi: ci siamo resi conto che questa legge elettorale sembra voler impedire ai partiti piccoli di creare un nuovo fronte di opposizione"

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