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Politica

Quattro candidati si sono confrontati in diretta su Primocanale
2 minuti e 35 secondi di lettura
di Matteo Cantile
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GENOVA - Il caro bollette, la scelta delle fonti meno inquinanti e la difesa del territorio, spesso squassato da eventi atmosferici estremi, sono tematiche forti di questa campagna elettorale e molto attuali, vista la contingenza.

Anche di questo si è parlato nell'ultima puntata pre voto del Programma Elettorale di Primocanale: al dibattito sono intervenuti Stefania Pucciarelli della Lega, Davide Falteri di Azione-Italia Viva, Marco Scajola di Noi Moderati e Stefano Quaranta di Verdi-Sinistra Italiana. Quest’ultimo rifiuta l’etichetta di essere un esponente del ‘partito del no’ ma è convinto che quando si parla di infrastrutture e scelte energetiche non tutte siano uguali: il carburante ecologico, quello che arriva da fonti rinnovabili, è la stella polare per il mix energetico e il trasporto su ferro lo è per la logistica del Paese.

"Non tutte le opere vanno considerate allo stesso modo, noi puntiamo moltissimo sul ferro per i collegamenti logistici e anche sull’aeroporto di Genova a sostegno del porto – dice Stefano Quaranta – e sull'approvvigionamento energetico dobbiamo puntare sul serio sulle rinnovabili: è vero che finora si è parlato molto e fatto poco ma segnalo che in Italia è proprio il comparto ‘green’ a garantire il maggiore aumento di posti di lavoro".

Ma sul fronte opposto dello schieramento politico, con la sua adesione al centrodestra, Marco Scajola considera troppo ideologiche e pregiudiziali le proposte della sinistra e si dichiara aperto a tutte le ipotesi: "Io non mi impicco a nessuna soluzione – sostiene l’esponente di Noi Moderati – certamente non possiamo scartare aprioristicamente il nucleare, tanto più che in Francia lo utilizzano e noi lo compriamo".

Chi ha scelto di spingere sul nucleare di nuova generazione come scelta per il futuro dell’Italia è il Terzo Polo: Davide Falteri ribadisce la necessità di approfondire tutte le tecnologie, senza escluderne nessuna, compreso il nucleare che è utilizzato largamente in diversi Stati europei, anche confinanti con l’Italia. "Le tecnologie ci sono e devono essere approfondite – dice Falteri – è un peccato vedere delle eccellenze italiane che realizzano centrali nucleari all’avanguardia all’estero e non possono farlo nel loro Paese".

Ma non tutte le opere pulite hanno lo stesso impatto sulla pubblica opinione: perché se l’eolico e il fotovoltaico riscuotono ampi consensi, i termovalorizzatori o i biodigestori, che pure hanno una funzione a loro modo ecologica, sono spesso osteggiati. E sulla collocazione delle possibili nuove centrali nucleari, Stefania Pucciarelli ricorda che il suo "territorio, la provincia della Spezia, ha pagato il suo dazio con una centrale che per decenni ha bruciato carbone". Sulle rinnovabili Pucciarelli è d’accordo sulla loro implementazione ma con dei distinguo: "Non amo i campi fotovoltaici che rubano spazio all’agricoltura e stravolgono il territorio – dice – preferisco vedere i pannelli a copertura di edifici esistenti, come avviene dappertutto".

Queste alcune tra le proposte in campo in tema energetico e infrastrutturale. La certezza è che il nostro Paese sia arrivato alla crisi internazionale provocata dalla guerra e dalla speculazione che ne è conseguita, poco preparato: ecco perché è bene che la politica, assieme alle soluzioni emergenziali per garantire la sopravvivenza di famiglie e imprese nel breve periodo, trovi davvero il modo per dare un futuro sostenibile e funzionale al sistema energetico italiano.

 

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