GENOVA - Il tema dei migranti a Ventimiglia, quello del centro storico genovese e la "tratta" dei minori non accompagnati. Il prefetto di Genova Renato Franceschelli fa il punto della situazione ai microfoni di Primocanale.
Lei conosce molto bene la situazione di Ventimiglia, cosa sta succedendo?
"Sto seguendo tutto con grande attenzione come è normale che sia. Sono stati intensificati dei controlli, la situazione è ancora più difficile di quanto lo sia normalmente quindi so che stanno lavorando per trovare delle soluzioni di accoglienza almeno per le persone più fragili. Non ho i dati di aggiornati ad oggi ma la provincia di Imperia accoglie quasi lo stesso numero di persone che vengono accolto a Genova e facendo il rapporto della popolazione del territorio è uno sforzo grosso".
Perché secondo lei i varchi terrestri in qualche modo sono un po’ meno "mediatici" rispetto a quelli marini?
"Perché ovviamente queste persone non si vedono arrivare, nel senso che chi entra dai varchi terrestri usa percorsi e sentieri pedonali spesso nascosti e quindi con molto meno impatto mediatico rispetto alla "carretta del mare" stracarica di persone".
Ha nominato la parola Genova, che numeri ci sono invece nel capoluogo?
"Oggi accogliamo circa 1180 migranti di varie nazionalità quindi richiedenti asilo che hanno detto all’accoglienza oltre a 555 ucraini che sono nelle strutture dedicate stiamo parlando sul territorio di circa 1800 soggetti".
Dopo l'omicidio di vico Mele, è cambiato qualcosa nel centro storico?
"A Genova c'è un’attenzione di tutte le forze di polizia e dell’amministrazione comunale della polizia municipale che onestamente ho trovato in poche altre realtà dove mi è capitato di vivere. Un grosso lavoro delle forze di polizia e un impegno importante dell’amministrazione a migliorare tecnologicamente gli impianti di videosorveglianza che, anche in questo tragico caso hanno dimostrato di avere una loro una loro importanza. I centri storici non vivono solo di movida devono vivere anche di altre attività commerciali e artigianali. Sono felice di avere trovato anche nell’Università un partner importante con la possibilità di ampliare i luoghi non solo di studio ma di lezioni, in questo modo gli studenti possono vivere in maniera sana questi luoghi".
Sulla polemica tra forze dell'ordine e polizia locale?
"Non mi appassiono a queste polemiche perché penso che come si suol dire ci sia "ciccia per tutti", nel senso che c’è lavoro per per tutti e ciascuno deve fare in via prioritaria quelle che sono le sue competenze. Un intervento efficace deve essere fatto in maniera coordinata perché appunto la competenza delle polizie generali i carabinieri o della polizia di Stato si ferma davanti a delle competenze invece specifiche delle polizie locali in materia di commercio, in materia di orari di abusivismo così come la Guardia di Finanza ha delle competenze proprio, ad esempio, nella lotta al contrabbando".
Minori non accompagnati, un tema sempre "caldo"...
"Un problema serio che riguarda Genova come altre città italiane. Un fenomeno quello dell'arrivo dei minori tra i 16 e i 17 anni sui quali mi rendo conto è difficile anche studiare un piano di formazione scolastico. Bisogna fare sì che ci siano delle regole e che vadano rispettate, le attività investigative degli ultimi mesi hanno dimostrato che tutti i fatti i cronaca degli ultimi mesi sono stati individuati i responsabili e in alcuni arrestati".
Secondo lei c'è una regia dietro?
"Sicuramente non ne ho la certezza ma penso che meriti un approfondimento investigativo. Con difficoltà penso che una famiglia metta un giovane egiziano su una carretta in mezzo al Mediterraneo. Le famiglie sicuramente spingono i ragazzi a cercare una vita migliore ma sicuramente c'è una organizzazione dietro che li muove e che li fa arrivare in certe città con gli indirizzi giusti".