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Politica

Un nuovo percorso per rilanciare l'acciaieria ma anche nuove norme processuali, create per assicurare la continuità produttiva delle imprese di interesse strategico nazionale, ma la senatrice spezzina attacca: "Bene scudo penale ma manca piano industriale"
1 minuto e 7 secondi di lettura
di Aurora Bottino

GENOVA - "Dopo aver detto che il governo non avrebbe fatto da bancomat per Ilva, i maggiori quotidiani italiani anticipano l'intenzione dell'esecutivo di approvare nel prossimo Cdm, già nei prossimi giorni, l'ennesimo intervento tampone: soldi in assenza di un piano industriale". Commenta così la presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato Raffaella Paita il provvedimento relativo alle "Misure urgenti per impianti di interesse strategico nazionale" approvato nella serata di ieri dal governo. 

Il decreto legge è stato presentato dal ministero per le Imprese, Adolfo Urso, e dal ministero della Giustizia, Carlo Nordio: 10 articoli in tutto e un finanziamento soci da 680 milioni di euro che "possano essere utilizzati fin d'ora quale finanziamento soci convertibile in futuro aumento di capitale. Ad essi si sommano il miliardo stanziato dal dl Aiuti bis e le risorse previste per il DRI e il Just transition fund".

Un nuovo percorso per rilanciare l'acciaieria ma anche nuove norme processuali penali, create per assicurare la continuità produttiva delle imprese di interesse strategico nazionale. Il cosiddetto scudo penale, misura che la senatrice spezzina ritiene fondamentale: "È l'unico mezzo che consente di intervenire per salvare Ilva senza timore di conseguenze giudiziarie. Occorre però fare un ragionamento che guardi al domani non solo all'oggi. Senza strategia, senza piano industriale, non c'è futuro per l'azienda siderurgica e questo sarebbe un danno economico enorme per il Paese" conclude Paita.

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