GENOVA - Disoccupazione e difficoltà nell'inserimento nel mondo del lavoro: nel 2023 per gran parte dei genovesi è il lavoro una delle principali criticità per la città di Genova, secondo i sondaggi realizzati da Primocanale grazie a Tecné. Il 58% degli intervistati ha puntato il dito proprio sul lavoro e da qui è partito il dibattito negli studi di "Newsroom 28", in onda tutte le sere dalle 18 alle 20.
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A confermare questa percezione sono i sindacati: Marco Granara, responsabile Ast Cisl Genova, è intervenuto commentando che "se le persone percepiscono che c'è un problema di lavoro e occupazione, è evidente che i dati positivi che noi abbiamo avuto nell'arco del 2022 rispetto alla ripresa dell'occupazione a Genova non sono ancora sufficienti per poterci consentire di dire che siamo fuori dalla pandemia e dal problema del lavoro".
"Questa città è una città che ha cambiato volto, che da città manifatturiera è diventata città con altre vocazioni: l'economia del mare da un lato, la logistica, un grande sviluppo del turismo. Ma certamente il fatto che la manifattura in questi ultimi vent'anni sia calata pesantemente in termini di numero di occupati, ci permette di dire che abbiamo bisogno di riprendere quel settore per dare volano e slancio agli altri"
Dall'amministrazione comunale si punta il dito sul "mismatch", problema non solo della Liguria ma comune a tutta Italia. Sempre più le aziende ricercano profili che risultano introvabili, perché non adeguatamente formati o perché pochi nel settore di riferimento. Anche per questo motivo un anno fa è nato l'assessorato al lavoro nella nuova giunta del rieletto sindaco Marco Bucci, con l'obbiettivo di collaborare assieme a Regione Liguria per orientare i giovani e i meno giovani a ricoprire le professionalità più ricercate. "Lo dimostrano i dati della Camera di Commercio che ogni mese analizziamo e approfondiamo, insieme con i sindacati e i diversi stakeholder del mercato del lavoro al tavolo comunale del lavoro che abbiamo istituito", ribatte l'assessore al lavoro Mario Mascia.
"Stiamo portando avanti quei percorsi che ci sono stati suggeriti anche dai sindacati degli enti bilaterali nel comparto dell'edilizia, per fare in modo che ci siano dei corsi di formazione con l'obiettivo del traguardo dell'obbligo occupazionale. Quindi non formazione fine a se stessa, ma proprio nell'ambito delle categorie che sono quelle richieste dal mercato del lavoro"
Ma questo non è l'unico problema: il mercato del lavoro è ostico per chi ha superato i 30 anni e cerca stabilità. Anche per questo sono necessarie riforme a livello nazionale che incentivino assunzioni non soltanto di giovani. "Noi abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile altissimo, il più alto d'Europa, che è al 36% e allo stesso tempo però abbiamo tantissime persone che in questi anni, a partire dalla crisi del 2008 in poi, sono state espulse dal mondo del lavoro e che non sono più riuscite a rientrarci", ricorda Granara. E su questo punto concorda anche Mascia.
"È chiaro che se viene prospettato un lavoro in termini di contratto assolutamente precario e a tempo o addirittura a chiamata giornaliera, è ben poco attrattivo. Anche perché sul lavoro ci si investe le aspirazioni di vita"
E purtroppo rende bene la fotografia quella di una lettera di una mamma di 32 anni alla ricerca di un contratto a tempo indeterminato, dopo svariati lavori stagionali e non solo, arrivata a Primocanale pochi giorni dopo il primo maggio. Anche su questo, i sindacati hanno chiesto all'assessore di prendersi l'impegno di fare programmazione insieme. Impegno che secondo Mascia in parte è già stato preso, con la "Genoa Business Unit, un ente che mette a sistema l'urbanistica e lo sviluppo economico proprio per attrarre investitori, fare capire a Genova quanto possa essere un terreno fertile per le imprese che operano, ad esempio sulla communication information technology".