GENOVA - Il Partito democratico punta il dito contro il nuovo regolamento di Regione Liguria sui Piani di bacino per la gestione delle aree esondabili, che ha incassato il no delle associazioni ambientaliste, delle professioni, oltre alle perplessità dei Comuni, spiegano i dem.
"La Giunta continua ad andare avanti con un documento che rischia di aumentare il rischio idrogeologico sul nostro territorio ed è basato su osservazioni storiche sul cambiamento climatico ferme a 30 anni fa. Serve una legge regionale contro il consumo del suolo, un piano di intervento di messa in sicurezza dei versanti e il sostegno agli enti locali per attuarlo" commentano i consiglieri regionali del Pd.
Regione Liguria ha deciso di approvare il nuovo regolamento sui Piani di bacino, ma l'opposizione chiede un disegno per la messa in sicurezza dei versanti e una legge contro il consumo del suolo. Dalle pagine di osservazioni presentate, il Pd sottolinea che non c'è nessuna traccia nel regolamento che andrà in votazione in commissione giovedì prossimo, 22 giugno.
"Le amministrazioni comunali temono quanto è previsto nella nuova norma, in particolare il passaggio delle competenze dalla Regione ai singoli comuni. Con quale personale i Comuni potranno verificare - prima di rilasciare le autorizzazioni - la conformità dell’opera secondo il nuovo regolamento? La giunta regionale non sa che non ci sono né le competenze né le risorse per farlo? Non è appesantendo gli Enti Locali e permettendo la realizzazione di piccoli interventi in alcune aree che si risolvono i problemi. La Regione deve predisporre e realizzare un piano di intervento per la messa in sicurezza del territorio riducendo le zone a rischio alluvione. Questa è la vera priorità, che metterebbe i comuni nelle condizioni di disegnare il futuro delle proprie comunità" spiega il consigliere regionale e presidente commissione Ambiente Davide Natale.
"La proposta della giunta ha visto le forti perplessità degli Ordini dei Geologi e dell’Università di Genova sotto diversi punti. Il trasferimento di molti aspetti decisionali dalla Regione ai Comuni, che non hanno strutture idonee a reggere il carico di queste decisioni, comporterà una perdita di regia, e questo preoccupa - prosegue il capogruppo del Partito democratico Luca Garibaldi -. Così come preoccupa che questo documento non affronti il tema del cambiamento climatico e i dati su cui viene impostato sono osservazioni storiche ferme a trent’anni fa, mentre invece è evidente, non solo dal punto di vista scientifico, che negli ultimi anni i fenomeni estremi stanno diventando sempre di più e sempre più intensi. Nei prossimi anni metà della Regione avrà un aumento delle precipitazioni, mentre l’altra metà ne avrà meno, ma entrambi i fenomeni mettono in crisi il sistema".