GENOVA - C'è chi la definisce la nuova era di Forza Italia, chi invece preferisce parlare di ripartenza dopo la scomparsa del presidente Silvio Berlusconi. Quello che è certo è che il neo segretario Antonio Tajani rappresenta, al momento, il presente e il futuro del partito, sul nome e sulla scia di Berlusconi, "perché questo movimento - ha detto Tajani - non può più avere un presidente". La nomina è stata all'unanimità da parte dei 213 membri del Consiglio nazionale che si sono riuniti sabato scorso, 15 luglio, all'hotel Parco dei Principi di Roma. E nella capitale era presente anche la Liguria, da Ponente a Levante, con i suoi esponenti: c'erano i Bagnasco, padre e figlio, Roberto e Carlo (rispettivamente deputato e coordinatore regionale); Roberto Cassinelli; Giorgio Cozzani (commissario provinciale della Spezia); l'assessore del comune di Genova Mario Mascia e il consigliere regionale Claudio Muzio.
Una presenza consistente per coloro che in questi anni hanno giurato fedeltà agli azzurri, rimanendo in un partito che ha conosciuto il massimo successo negli anni '90/2000 e che poi, successivamente, ha perso aderenza, diventando il terzo partito nella coalizione di centrodestra. In Liguria il coordinatore regionale e sindaco di Rapallo Carlo Bagnasco mantiene saldo il suo ruolo, nonostante lo scossone di Sestri Levante, con la sconfitta di Diego Pistacchi (candidato sostenuto dai partiti di centrodestra e da FI in primis) e la vittoria di Francesco Solinas, civico di centrodestra appoggiato da Claudio Muzio. Lo strappo sestrino ha alterato gli equilibri nel partito, soprattutto tra i Bagnasco e Muzio, che per settimane, prima e dopo le Comunali, non si sono parlati. Zero incontri, organizzati o casuali, e zero telefonate. Insomma, non è tornato il sole dopo la tempesta. Una distanza siderale che in parte è stata attutita dalla morte di Silvio Berlusconi, che ha unito le varie anime del partito, che si sono strette intorno alla figura del cavaliere, ma che comunque ha lasciato uno strascico tra gli uomini.
Anche l'incontro a Roma, per l'elezione di Antonio Tajani, non è stato teatro di un rappacificamento, si è raccontato di un saluto, tiepido, tra i Bagnasco e Muzio. E a confermarlo è proprio il consigliere regionale Claudio Muzio, che a Primocanale ha detto: "Sì, ci siamo solo salutati, senza dirci altro". Sullo sfondo poi c'è lui, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, ex delfino di Berlusconi, fuoriuscito da FI e fondatore di Cambiamo prima e di Italia al Centro, Noi Moderati dopo. Nella giornata di sabato sono arrivati gli auguri del presidente Toti ad Antonio Tajani, con "l'auspicio che sappia avviare un corso di unità e di rilancio dei popolari e liberali italiani, nello spirito che è sempre stato di Silvio Berlusconi". Parole che suonano come musica per i forzisti liguri che, come filtra nei corridoi del partito, non disdegnerebbero, anzi, un ritorno del presidente Toti. E la conferma è arrivata durante "Il programma politico di Primocanale", con le parole di Mario Mascia, assessore comunale di Genova, e colui che sta gestendo il partito in città.
"Le porte anche qui a Genova sono aperte, spalancate, io le toglierei proprio, soprattutto quelle girevoli - ha commentato Mario Mascia -. Noi siamo chiamati per indicazione chiara, dal segretario nazionale, a togliere le porte e gli stipiti e a dare dimora a tutti coloro che si riconoscono nei nostri valori, che sono quelli cristiani, europeisti, garantisti, atlantisti. Questo è un segnale che va nella direzione di tutti i moderati che condividono i nostri valori. Faccio fatica a pensare che con Toti e con tutti gli esponenti di Cambiamo non ci sia la condivisione degli stessi principi con noi di Forza Italia". Un vero e proprio invito, a braccia spalancate, quello partito dall'assessore al Lavoro, che sogna un ritorno in pompa magna del presidente ligure, con la speranza di ricompattare quel gruppo che in passato ha lavorato a stretto giro con il presidente Berlusconi. L'ex azzurro d'altro canto, non ha mai negato di voler lavorare a un progetto centrista, popolare e liberale, e certamente farlo rientrando in Forza Italia potrebbe aprire scenari differenti rispetto ai numeri e al ruolo che al momento ha il suo movimento Noi Moderati. In vista anche delle Europee 2024 o delle Regionali 2025, con una possibile nuova candidatura per Giovanni Toti. Sempre che la sua veste non passi dal regionale al nazionale.