GENOVA - Simone D'Angelo come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, ma non per la sua doppia personalità (il buono e il malvagio), ma per la sua vulcanicità in aula rossa e la sua pacatezza quando parla delle "beghe" interne al suo partito. Così il segretario provinciale del Partito democratico di Genova prova a mettere ordine dopo lo scossone post visita di Elly Schlein in Liguria, con i botta e risposta tra spezzini e genovesi. Smorza subito i toni D'Angelo, mettendo da parte le tensioni che si sono sviluppate in questi giorni, e che sono uscite dai confini delle chat impazzite. "Sbaglia chi parla di questo", chiude le polemiche il capogruppo in consiglio comunale. Ma ogni riferimento è puramente casuale, tra i suoi colleghi genovesi e la dirigenza spezzina. Tanto è vero che D'Angelo non fa nomi, né tantomeno cognomi. Ma quello che non può non balzare alle cronache è che a scontrarsi sono gli esponenti della stessa area politica, quella di sinistra, quella maggioritaria in Liguria. E se già agli elettori o potenziali tali era poco sopportabile la bagarre tra correnti, riformisti vs progressisti, diventa ancor meno comprensibile quella tra "i sinistri" del partito.
Segretario, partiamo dalla fine: è passata la buriana nel Partito democratico? Lo scontro parte dal ritardo di Schlein o da una competizione forte tra Genova e Spezia? Perché è inutile negarlo, fuori dal Galliera (Primocanale era presente ndr) la tensione era palpabile
Il Pd ha un segretario autorevole e forte come Davide Natale che abbiamo scelto anche grazie alla condivisione e all'appoggio del partito di Genova. Non è stata una scelta casuale, serviva persona di esperienza e una figura che traghettasse questo partito e lo guidasse alla vittoria delle regionali nel 2025. Il derby tra le riviere e il capoluogo è qualcosa che si vive, lo vediamo nel quotidiano e nel calcio, ma c'è un elemento cardine: quale ruolo dare a Genova nel futuro di questa regione. Il ruolo del Pd è quello di contrastare il centrodestra e non il derby tra le località, perché non è parte della nostra cultura e non può essere argomento d'ascolto per i cittadini.
Come segretario del Partito democratico di Genova si è fatto sentire in questi giorni con i suoi colleghi di partito, ha strigliato qualcuno? Cos'ha detto ai suoi, considerando che il vostro partito sono anni che non riesce più a vincere
Il nostro volere è dare evidenza all'esterno di quello che si fa con fatica da anni e questo l'ho sempre ribadito in tutte le occasioni, pubbliche e non solo. È sbagliato finire sui giornali dando l'immagine di una dimensione di conflittualità, di una stagione per fortuna terminata nel 2015. Le sconfitte dolorose e significative ci hanno insegnato che senza unità non c'è futuro per la sinistra e per il Pd, in questa regione e in questa città. Sono anni che lavoriamo al rinnovamento delle persone e delle idee e questo deve essere l'elemento da valorizzare verso l'esterno. È stato significativo il passaggio di Elly Schlein a Genova, si è parlato di diritto alla salute, alla sanità pubblica, al lavoro e alla difesa dell'industria nella nostra città. Bisogna stare in quei quartieri dove si è persa aderenza, ed è necessario ripartire da lì.
Come siete tornati a Cornigliano, in un quartiere rosso che trainava le vostre vittorie ma che negli anni si è sentito abbandonato e non vi ha più dato fiducia. Qual è il messaggio che volete mandare? Non si può negare che il Pd in questi anni sia stato accusato di essere troppo borghese
Senza tanti giri di parole il Pd fino a qualche anno fa avrebbe avuto difficoltà a parlare con i lavoratori ex Ilva, con gli operatori della sanità, ora abbiamo forza, credibilità e autorevolezza per andare a parlare con certi mondi che abbiamo abbandonato. Questa è la forza del nostro partito che deve sapere da che parte stare. Il ritorno a Cornigliano e in altri quartieri con nuove sedi e nuovi iscritti dev'essere la conseguenza di nuove scelte che deve far capire da che parte stare e dove stare, e qui a Genova lo facciamo grazie anche al rinnovamento del partito. Abbiamo inaugurato Cornigliano, tra poche settimane ne inaugureremo un'altra a Sestri Ponente, quartiere dove siamo arretrati ma adesso nuove persone hanno deciso di ridarci fiducia.
E allora segretario andiamo oltre, pensiamo ai prossimi appuntamenti elettorali. Rispetto alle alleanze lei sta lavorando per una coalizione molto ampia, dalla sinistra al centro? Ed è quella che dovrà presentarsi alle prossime Regionali?
A Genova c'è stata la capacità di costruire con fatica un campo eterogeneo e largo con punti in comune qualificanti, nonostante i risultati elettorali non positivi. Noi non vogliamo richiuderci in uno spazio ristretto ma vogliamo essere il cuore e il centro di una proposta politica con contenuti e nuove energie di persone, che vogliono essere coinvolte. Ci sarà bisogno di una coalizione coerente con valori comuni e un programma che in questi mesi e in questi anni, partendo dall'opposizione, abbiamo costruito con l'esperienza di governo a Savona. A Genova condividiamo questo percorso dalle forze centriste fino alla sinistra ecologista e al M5s. Ci vuole condivisione dei contenuti, se si parte dal totonomi si va poco lontano. Quindi benissimo le disponibilità che stanno arrivando. Benissimo anche la qualità di queste disponibilità. E bene soprattutto il lavoro del segretario Natale, che fissa dei paletti temporali e ci dà degli obiettivi, le Europee prima di tutto e poi le Regionali. Bisogna metterci la faccia verso la sfida delle Regionali, vogliamo vincere e siamo disposti a farlo con le figure più rappresentative che hanno segnato il Pd.
Concorda con il segretario regionale Natale, che il candidato verrà scelto dopo le Europee, al massimo subito dopo l'estate?
Io penso che le Europee siano la sfida centrale del nostro lavoro e che unisce i tanti comuni al voto. Siamo una forza politica che ha coltivato molti amministratori di piccoli comuni che hanno gestito tante situazioni di difficoltà, e siamo un partito che ha sempre creduto nei valori europei. Fa bene il segretario Natale a richiamare tutti e a chiedere di concentrarsi sulle elezioni Europee e sulle Amministrative. Subito dopo giugno bisogna individuare un campo di forze politiche e sociali, un programma forte e chiaro e una figura che lo possa interpretare al meglio. Quindi ripeto, benissimo le disponibilità che stanno arrivando e la loro qualità, penso sia un bene che Natale fissi dei paletti temporali, prima le Europee, poi le Amministrative e infine le Regionali.