Politica

La dirigenza spezzina e genovese si è divisa sui tempi di permanenza in Liguria di Elly Schlein
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di Giorgia Fabiocchi

Chi meglio di Claudio Montaldo conosce i meccanismi della sinistra, con i suoi ruoli apicali prima nei Ds e poi nel Partito democratico, e chi meglio di lui può strigliare le baruffe interne a un partito che non riesce a trovare unità nemmeno alla Festa dell'Unità. Ultimo, solo in ordine di tempo, lo scontro tra Spezia e Genova per contendersi Elly Schlein, venerdì scorso in Liguria per il suo tour lungo tutta l'Italia, in una campagna elettorale e un esito che per la segretaria ha il sapore del "dentro o fuori". E allora i due territori, quello spezzino e quello genovese, si sono letteralmente litigati il tempo di permanenza della Schlein nelle due città. A scatenare la rabbia della fazione sotto la Lanterna il ritardo accumulato nel pomeriggio, con una visita lampo all'ospedale Galliera e un'inaugurazione troppo fugace al circolo "Guido Rossa" a Cornigliano. Per poi ripartire per Roma. "È stata trattenuta in carcere alla Spezia" sogghignavano, di fronte al nosocomio di Carignano, per stemperare la tensione e far passare i minuti, gli esponenti di spicco della politica genovese e ligure. Presenti quasi tutti i big, che scalpitavano per il troppo ritardo. Ma che la polemica non si sarebbe sciolta come neve al sole era evidente, considerando i volti scuri sia al Galliera che a Cornigliano, dove la segretaria ha incontrato anche una delegazione di lavoratori dell'ex Ilva.

Claudio Montaldo, come valuta l'ultimo scontro interno al Pd?

Voglio premettere che nella mia non breve attività politica di manifestazioni in ritardo ne ho viste molte, sono abbastanza naturali perché quando arriva il segretario si cerca di fargli fare più cose possibili. In una giornata Schlein ha parlato con i dipendenti di Acciaierie d'Italia, che rischiano la chiusura, da Piombino a Genova, con i detenuti e i lavoratori del carcere della Spezia, e ancora con lo staff dell'ospedale, oltre alle persone di un circolo Pd. Non succede tutti i giorni di questi tempi. È stata una giornata positiva e per questo è incomprensibile veramente che si possano fare polemiche per un'ora di ritardo, la maggior parte di quelli che erano lì hanno capito e hanno aspettato. Qualcuno però non si è comportato da uomo di partito.

Quindi come giudica questo atteggiamento critico?

Ripeto: incomprensibile. Purtroppo vedo tanta immaturità.

L'immaturità di cui parla in quali atteggiamenti la ritrova?

L'immaturità sta nel far mettere in piazza i problemi, nel trasformare anche delle cose banali come questa in un problema politico. Che ci sia qualcosa dietro non lo so, ma che si possa in una situazione come questa, dove si stanno aprendo porte al centrosinistra in Liguria, con le difficoltà evidenti del centrodestra, lo trovo a dir poco autolesionistico.

Dall'alto della sua esperienza Montaldo, qual è il consiglio che darebbe alla dirigenza del Pd?

Il mio invito è: basta ragazzi, mettetevi sotto e lavorate. Io considero molto positivamente che qualcuno di questa forza politica abbia parlato con i lavoratori in una fabbrica ed è un bel segno di attenzione. Occupiamoci delle cose da fare, è un errore continuare a guardarsi allo specchio. Importante che organizzino iniziative con persone, cittadini, che vadano sul territorio. Se si lavora c'è meno tempo per perdersi in queste belinate (ride ndr). L'ho detto in genovese, magari fa più effetto. Bisogna mettersi a lavorare sui problemi che travagliano il Paese e la nostra Regione, bisogna costruire l'unità del centrosinistra.

Con una coalizione ampia?

Ci vuole una squadra che sia in grado di vincere, nessuno è capace di farlo da solo, di questo tutti se ne devono rendere conto. Credo che si debba provare a fare qualcosa di ampio con tutti. E mi riferisco anche ai potenziali alleati.

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