"No" a regola ad hoc in base all'andamento del periodo. Di cosa stiamo parlando? Dell'affaire politico, a pochi mesi dall'election day dell'8 e 9 giugno dove si voterà per le Europee ma anche per le Regionali e le Amministrative 2024. E allora, sì sa, in politica tutto è concesso e il cannibalismo, anche se non è ammesso, diventa necessario per concentrare il più possibile i voti e di conseguenza i consensi. Sull'argomento è intervenuto il presidente della Regione Giovanni Toti, tranchant sul veto al terzo mandato portato avanti da Fratelli d'Italia.
"Chi piega le regole di tutti per il vantaggio del momento spesso poi ne resta vittima" ha commentato il presidente Toti. E ogni possibile riferimento par'essere per la premier Giorgia Meloni, intenzionata a ribaltare i futuri candidati alla presidenza delle Regioni, portando magari anche al Nord, proprio in quel Veneto a trazione leghista, un suo uomo. A discapito dell'uscente Luca Zaia.
"Penso che su questo si dovrebbe fare un dibattito più sereno che non riguarda solo i governatori ma anche i sindaci, e ho visto intervenire il presidente dell'Anci De Caro, sindaci importanti come Sala di Milano, dicendo che era un'assurdità assoluta, e io condivido - prosegue il governatore ligure -. Si rischia di creare non una spaccatura tra le forze politiche di maggioranza o una dialettica tra esse, che è naturale in un governo di coalizione, ma di accentuare la spaccatura tra governo centrale, parlamento, istituzioni centrali dello Stato, e la periferia del Paese che molto spesso è politicamente più vivace e attiva rispetto a un centro dove il dibattito politico, così come appare, sembra asfittico".
Non ha quindi dubbi sull'ipotesi di un terzo mandato, tema che ha fratturato, in modo scomposto, la maggioranza, con la Lega che non ha ritirato gli emendamenti presentati e con Giorgia Meloni che non nasconde l'irritazione nei confronti del suo vicepremier. Il presidente Toti, che per la legge varata nella legislatura 2015-2020 potrebbe comunque candidarsi, non nasconde la propria posizione. "La mia visione è chiara e prescinde da me, da quello che deciderò di fare, se avrò l'energia e se avrà un senso continuare". Anche se, come dicevamo, Regione Liguria è fuori da questo dibattito.
"In un Paese che ha la più alta longevità dei parlamentari, spesso scelti dalle segreterie e mai votati, che ha la più alta longevità di ministri della prima e seconda Repubblica, che non ha limiti neppure per il Presidente della Repubblica, avendo invertito la consuetudine costituzionale che prevedeva un solo mandato - incalza il presidente -, ritenere che gli unici sotto tutela, che non possono superare il limite del secondo mandato, siano proprio gli amministratori che stanno più vicino ai cittadini e alle comunità, impedendo loro di scegliere, la trovo una cosa bizzarra che qualcuno, forse strumentalmente, pensa di sfruttare a proprio vantaggio". Anche se la politica è una scacchiera nella quale si osservano con attenzione le mosse degli altri, in questa partita la tenuta, almeno attuale del Governo, passa altresì dal consenso elettorale, in vista delle Regionali del 2025, con diversi presidenti, amati dai loro concittadini, sulla soglia del terzo mandato.
A surriscaldare le temperature romane, sempre tra Fratelli d'Italia e Lega, ci hanno pensato le parole di Matteo Salvini su Navalny e su come fare chiarezza sulla sua morte. Di fronte alle affermazioni del leader del Carroccio, la presidente Meloni ha preso le distanze e l'altro vicepremier Tajani ha ribadito che Navalny è morto per mano del regime di Putin.
"Fare politica interna sui grandi fatti internazionali è un vecchio vezzo italiano che trovo disdicevole: le grandi nazioni non si comportano così - ha commentato il presidente Giovanni Toti -. Non credo che qualcuno tifi per Putin in questo momento, soprattutto con la guerra alle nostre porte, se poi andiamo a fare l'elenco di chi ha incontrato, visto e avuto simpatie per Putin nel passato, come è normale che sia per un capo di Stato importante, credo ci siano responsabilità multiple da spartire tra tutti i partiti e tutti gli organismi politici del mondo, non solo italiani. Credo - ha concluso - che far polemica su questo sia un po' provinciale".