GENOVA - "Le decisioni di Toti e Bucci nel favorire certi imprenditori hanno creato un mercato del lavoro schiacciato su logistica e commercio. Sono settori in cui si lavora il 20% in più e si viene pagati il 20% in meno. Le loro scelte hanno determinato una regione di cattivi lavori, il lavoro è uno dei grandi problemi strutturali della Liguria". È una bocciatura nei confronti del presidente di Regione Giovanni Toti e del sindaco di Genova Marco Bucci quella di Lorenzo Azzolini di Genova che osa, associazione che ha più volte criticato le scelte delle amministrazioni locali su temi come lavoro, sicurezza e inclusione, intervenuta nel dibattito lanciato da Primocanale (LEGGI QUI).
In particolare le critiche si rivolgono contro la Regione dopo quanto emerso dall'inchiesta che ha coinvolto tra gli altri il presidente Giovanni Toti, ai domiciliari dal 7 maggio, colpevole secondo l'associazione di aver messo "i profitti e gli interessi di pochi davanti ai bisogni comuni in questa regione" a causa dei "soldi che ha dato Spinelli", motivo per cui Genova che osa e molte altre associazioni (Arci Liguria, Libera, WikiMafia - Libera Enciclopedia sulle Mafie, Comunità San Benedetto al Porto, Young Caritas Genova) si sono date appuntamento in piazza De Ferrari per chiedere le dimissioni del presidente e della giunta. Il tutto al netto delle "questioni che riguardano la magistratura, la giustizia farà il suo corso e vedremo quali di queste cose hanno rilevanza penale".
Quello che è successo in Liguria secondo Azzolini "succede ovunque: le persone privilegiate, che hanno più soldi, cercano di condizionare la politica nella direzione che preferiscono. Noi pensiamo si debba fare l'opposto e la Liguria, che ha vissuto questo momento di scandalo, può essere il punto di partenza per l'individuazione di una strategia differente".
I punti che le associazioni intendono presentare ai partiti proprio per dare il via alla "strategia differente" di cui parla Azzolini sono cinque: non accettare finanziamenti da imprenditori e imprese, una legge sulle lobby per decisioni inclusive e trasparenti, garantire ricambio e inclusione in politica attraverso l'istituzione del limite di mandati, tagliare ogni legame con il "sistema Toti" e lo stop alle 'porte girevoli', ovvero impedire che anche presidente e giunta non possano assumere incarichi in aziende che nello svolgimento del proprio ruolo pubblico sarebbero in conflitto di interesse.
Un altro tema è quello degli spazi: "Nemmeno un anno fa contestavamo la scelta di Toti di favorire le costruzioni in aree inondabili - attacca Azzolini -, proprio mentre l'Emilia subiva l'alluvione. Alla fine abbiamo vinto questa battaglia, il regolamento non è stato approvato. Gli spazi pubblici sono il modo che un Comune e una Regione hanno per determinare che cosa succede in città".